E’ arrivato il primo via libera al taglio delle commissioni interbancarie, proposto dalla Commissione Europea. Ieri la Commissione economica del Parlamento Europeo ha votato a favore proposta di tagliarle tutte allo 0,3% della transazione per le carte di credito e allo 0,2% per i bancomat (fino ad un massimo di 7 centesimi sia per le transazioni domestiche che per quelle transnazionali). MDC: “Provvedimento sbagliato che aumenterà i costi per i consumatori”.
La proposta della Commissione Europea mira ad abbassare quelli che definisce costi “nascosti” che la banca del consumatore applica alla banca del commerciante quando autorizza una transazione con carta di credito o bancomat. Costi che i commercianti non pagano volentieri e che spesso li spingono a non accettare carte di credito, oppure a scaricarli sui prezzi delle merci.
La misura dovrebbe colpire soprattutto Visa e Mastercard, che hanno schemi di pagamento basati su tariffe interbancarie, e risparmia America Express, Diners e Paypal che hanno invece modelli diversi. Secondo il Parlamento e la Commissione, abbassando i costi delle banche si abbasseranno anche quelli per i consumatori. Ora la palla passa al Parlamento Ue che dovrà pronunciarsi definitivamente nella prossima plenaria.
Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) prende atto “con disappunto” della decisione della Commissione economica del Parlamento europeo di abbassare, e uniformare, le commissioni sulle transazioni con carte di credito e debito. “Ci auguriamo che nella prossima sessione il Parlamento in plenaria si ravveda, perché chi dice che il taglio delle commissioni porterà benefici ai consumatori sbaglia – commenta Antonio Longo, presidente MDC – per mantenere sicuro il sistema dei pagamenti elettronici è molto probabile che i costi annui delle carte di credito e di debito aumenteranno, e chi li paga quei costi? Non certo i commercianti e nemmeno le banche: saranno i consumatori”.
“Non siamo noi del Movimento a dirlo – continua Longo – ma lo dimostra quanto già successo in Spagna, Stati Uniti e Australia: Paesi che in passato hanno ridotto le tariffe sui pagamenti con moneta elettronica, salvo poi tornare sui propri passi a causa del lievitare dei costi per i cittadini. La direttiva UE è sicuramente condivisibile nelle sue finalità – l’incentivo all’uso delle carte, e quindi la tracciabilità dei pagamenti e la lotta alla black economy –, ma dimentica aspetti fondamentali:

  1. le economie dei Paesi dell’Eurozona sono molto diverse tra loro e fissare un tetto unico per le transazioni è una forzatura;
  2. non esiste uno studio che valuti l’impatto che avrà, nelle singole economie domestiche, il tetto fissato al 0,3 e 0,2% sui pagamenti con carte;
  3. i commercianti sono i grandi beneficiari del provvedimento visto che per loro i costi si abbasseranno per davvero: ci sono garanzie che trasferiscano parte di tale risparmio sul consumatore abbassando i prezzi di prodotti e servizi? Ovviamente no”.

“Il Movimento – conclude Longo – continuerà a vigilare e a chiedere con forza al Parlamento di non trasformare in legge un provvedimento condivisibile negli obiettivi, ma non nel metodo per raggiungerli”.


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