Mettere al bando il glifosato e riformare la procedura di approvazione dei pesticidi: con questo obiettivo, nel mese di febbraio era partita l’Iniziativa dei Cittadini Europei che, a distanza di alcuni mesi, ha già raccolto 1.300.000 firme. Ieri, al Comitato Economico e Sociale Europeo si è discusso della questione. Riportiamo il testo dell’intervento del direttore Antonio Longo.

“Questa Iniziativa Cittadini Europei (ICE) è particolarmente importante sia dal punto di vista della partecipazione dei cittadini, sia per la sicurezza sanitaria di consumatori e agricoltori.

L’ICE è in discussione da anni perché sembra una pistola ad acqua data ai cittadini, invece che uno strumento per avvicinare le scelte dell’Europa alle attese dei cittadini.

Il CESE chiede da anni che venga riformata, ultimamente con il parere del 2016 di cui ho avuto il piacere di essere relatore. Finalmente la Commissione si è svegliata, presentando a luglio scorso nuove regole che dovrebbero dare nuova forza all’ICE, facilitandone la presentazione.

In questo caso si tratta di un problema che sta allarmando le famiglie europee e il milione e 300.000 firme lo dimostrano.

Gli stessi agricoltori sono molto cauti e preoccupati, ad esempio quelli italiani rappresentati da Coldiretti, chiedono che sia vietato in fase di preraccolta e nello stesso tempo il divieto di utilizzo valga anche per le materie prime importate.

Altrimenti, il glifosato bandito dalla porta rientra dalla finestra. Un pacco di pasta fatto in Italia su cinque è fatto con grano canadese che continua ad essere trattato con glifosato.

Occorre quindi sostenere l’ICE e bloccare la proposta della Commissione europea di rinnovare l’autorizzazione del glifosato per altri dieci anni, estendendo il divieto ai prodotti di importazione.

Sul glifosato la battaglia è in corso da tempo.

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”, mentre l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha valutato che non vi siano sufficienti prove scientifiche che attestino un legame col cancro.

La credibilità dell’EFSA è da tempo in discussione.

E’ scandaloso che parti importanti del parere scientifico dell’Efsa siano state copiate dai documenti delle industrie che avevano chiesto il rinnovo dell’autorizzazione all’erbicida,in scadenza a fine dicembre. In particolare, risultano copiate un centinaio di pagine di un documento del 2012 della multinazionale Monsanto, presentato all’Efsa dalla Glyphosate Task Force, un consorzio di oltre 20 aziende che commercializzano in Europa prodotti contenenti l’erbicida.

Come scritto dal Guardian, un “ruolo speciale” di questo consorzio industriale con le autorità di regolamentazione è stato svolto proprio da Monsanto, produttrice del RoundUp, il diserbante a base di glifosato più utilizzato al mondo.

È quanto rivelato contemporaneamente in Italia da La Stampa, il britannico The Guardian, il belga La Libre e la radio francese RMC .

Tutto ciò avviene tre settimane prima dalla riunione in cui si dovrà votare sulla proposta della Commissione europea di autorizzare ancora per dieci anni l’uso dell’erbicida.

In Italia si è formata la Coalizione #StopGlifosato (che riunisce 45 associazioni di ambientalisti, consumatori, coltivatori biologici etc.) che afferma: “Siamo a dir poco indignati, quanto sconcertati, per questa proposta della Commissione Europea che intende rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato dopo la presentazione di oltre 1.300.000 firme da parte di cittadini europei, una decisione che rischia di screditare ulteriormente le Istituzioni europee”.

La Coalizione #StopGlifosato si prepara a dare battaglia nel caso sia confermata la proposta annunciata dalla Commissione Europea per un rinnovo di altri 10 anni dell’autorizzazione all’uso del glifosato.

Quindi c’è una questione dei credibilità della Commissione e di attenzione alla salute dei cittadini. Non vorremmo che fra 10 anni scoppiasse un altro caso amianto, di cui le istituzioni hanno preso consapevolezza solo dopo migliaia di morti”.

 

di Antonio Longo

@antoniolongo50


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