Sondaggio HC. Decreto sicurezza, immigrazione: permessi sì, permessi no
Sono tanti, sono troppi, ci rubano il lavoro, ci tolgono la casa, quanto ci costano…e chi più ne ha più metta. C’è molta immigrazione, anche secondo i contenuti del decreto sicurezza che è stato approvato all’unanimità dal Consigli dei Ministri dello scorso 24 settembre. È un tema caldo, forse bollente, quello degli stranieri in Italia e le posizioni a riguardo sono spesso molto diverse tra loro. Parlano i politici, parlano le associazioni, parlano le Ong e le istituzioni internazionali. E ne parlano anche i cittadini normali, quelli che vivono le città e quartieri, che dividono lo spazio con lo “straniero” dovendo tentare una, non sempre facile (è giusto dirlo, ma non impossibile), integrazione.
Per il sondaggio di Help Consumatori di questa settimana, vogliamo provare ad aprire una finestra in più proprio sulla gente comune, sui nostri lettori che rappresentano uno spaccato molto ben assortito della popolazione italiana.
Anche questa volta la domanda è semplice, sebbene l’argomento comporti una complessità notevole: “Stretta sui permessi umanitari. Sì, se ne danno troppi- No, ne hanno diritto”. Potete votare sulla pagina Facebook della nostra redazione e commentare con quelli che sono i vostri pensieri a riguardo.
Intanto, proviamo a sintetizzare cosa prevede il decreto sicurezza sull’argomento immigrazione.
Si parte con una stretta decisa sulla protezione umanitaria, con la previsione di sei fattispecie precise quali condizione per il rilascio di questo tipo di permesso di soggiorno.
Ad averne diritto infatti saranno soltanto coloro che hanno subito grave sfruttamento lavorativo, tratta, violenza domestica, calamità naturali, cure mediche e attribuzione della protezione per valore civile. Il decreto prevede la possibilità di togliere la cittadinanza a chi abbia l’asilo e una condanna definitiva per terrorismo. Per i richiedenti asilo è prevista la sospensione della domanda in caso di pericolosità sociale o di condanna in primo grado.
Viene ridimensionato anche il sistema dello Sprar, la rete di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestita da comuni ed enti locali, che rimane solo per la protezione internazionale e per i minori non accompagnati.
Mentre si stringono le maglie dell’accoglienza, la società civile organizzata fa sentire la sua voce e annuncia che “se il decreto sicurezza verrà convertito in legge, si farà ricorso alla Corte costituzionale”. Così, ad esempio si è espressa Cittadinanzattiva all’indomani dell’approvazione da parte dei Ministri.
Le critiche, provenienti da più parti, chiamano in causa diversi aspetti: i dubbi di costituzionalità del provvedimento, il rischio che moltissimi migranti siano di fatto spinti in una condizione di irregolarità perché privati della possibilità di ottenere un permesso di soggiorno, l’impatto dei grandi centri di accoglienza straordinaria sui territori, laddove proprio l’accoglienza diffusa è quella che ottiene maggiori risultati in termini di integrazione. Sono critiche che investono dunque le misure previste, l’approccio seguito ma anche le possibili conseguenze dei provvedimenti.
Appuntamento alla fine della settimana con i risultati del sondaggio e la sintesi delle vostre opinioni.