“Insieme per un internet migliore” è il motto del Safer Internet Day di quest’anno. Il Safer Internet Day è nato come iniziativa dell’UE nel 2004, ma negli anni l’iniziativa ha varcato i confini europei e viene ormai celebrata in oltre 100 Paesi nel mondo. Il Safer Internet Day (SID) si celebra annualmente il secondo giorno della seconda settimana del secondo mese e quest’anno cade quindi il 5 febbraio. La giornata viene organizzata dalla Rete Insafe/INHOPE con il sostegno della Commissione europea.

Lo scopo del Safer Internet Day consiste nel creare una Rete sicura e migliore, in particolare per gli utenti più giovani, in modo che ciascuno possa avere la possibilità di fruire delle tecnologie in maniera responsabile, rispettosa, critica e creativa. Oltre a bambini e giovani, il Safer Internet Day vuole coinvolgere anche genitori, educatori, insegnanti, pedagogisti, operatori sociali, così come le imprese, i poteri decisionali e la politica in modo da invogliare tutti a partecipare alla creazione di una Rete migliore.

L’intento della scelta del motto per il 2019 “Insieme per un internet migliore” era di incoraggiare tutti gli utenti di internet a partecipare al movimento globale e a dare il proprio contributo, cosa che può accadere in forme e maniere diverse.

Ciascun utente può e deve fare la differenza nella Rete, promuovendo il positivo utilizzando toni amichevoli e rispettosi verso gli altri e rispondendo al negativo segnalando contenuti inappropriati o illegali.

Ognuno può fare la propria parte per un Internet migliore. I bambini e ragazzi possono contribuire provando ad essere più gentili e rispettosi con gli altri utenti della Rete, proteggendo la propria reputazione digitale e quella degli altri e cercando opportunità positive per creare, impegnarsi e condividere.

Genitori e parenti, ricorda il Centro Europeo per la Sicurezza in Rete (SIC- Safer Internet Center), giocano un ruolo cruciale nel rafforzare e nel supportare i bambini nell’uso responsabile delle tecnologie assicurando un dialogo aperto e rispettoso con loro, educandoli alla sicurezza e alla positività, o ponendosi come modelli da imitare.

Alcuni suggerimenti possono sempre tornare utili come riferimento per tutti gli adulti che devono svolgere il difficile compito di guidare i piccoli nel complicato universo del digitale.

  • Tenersi sempre aggiornati. Per affrontare al meglio le minacce del web e proteggere i minori è necessario restare aggiornati. Non bisogna essere dei tecnici informatici per conoscere le nuove piattaforme, i più recenti social network o le nuove, talvolta pericolose, mode online. Basta un po’ di sana informazione su quotidiani web e cartacei di settore per sapere a cosa vanno incontro i ragazzi di oggi.
  • Non esporre i minori con le foto sui social, che sono accessibili a tutti. “Quello che viene caricato sui social network non è più vostro”. Dovrebbe essere questa la frase iniziale di ogni contratto di iscrizione ad un social network. Di fatto, tutto ciò che viene pubblicato nelle piattaforme online diventa di diritto di proprietà della società che lo gestisce. Allo stesso modo, troppo spesso tali foto e contenuti non sono protetti con un corretto livello di privacy e diventano facilmente di dominio pubblico esponendo bambini e ragazzi agli sguardi di criminali e malintenzionati.
  • Proteggi i loro dispositivi con password complesse. Aiutate i ragazzi a proteggersi facendo capire loro il valore dell’utilizzo di password complesse per account social o videogiochi connessi ad Internet. La password deve prevedere ad esempio dagli 8 ai 10 caratteri, con lettere maiuscole e minuscoli, numeri e caratteri speciali.
  • Alla larga dal phishing. Un’altra delle tante trappole architettate dagli hacker è il phishing, ovvero comunicazioni dirette e personalizzate che nascondono all’interno link malevoli atti a sottrarre dati e password. Ciò accade via email ma anche attraverso i social network, ampiamente frequentati soprattutto dai più giovani, che sono una miniera di dati personali e di occasioni per gli hacker. È importante quindi spiegare ai ragazzi di non cliccare o diffondere link dubbi, catene o richieste di aiuto, specialmente quando sono scritte in un italiano vacillante. Insegnate loro a chiedere aiuto agli adulti oppure a telefonare ai propri amici per chiedere conferma sul contenuto da loro ricevuto.
  • Limitare le funzioni con un parental control. I ragazzi non vanno spiati, ma è giusto tenere sotto controllo le attività che effettuano attraverso smartphone e computer e soprattutto limitare le funzioni che presentano più rischi. Il consiglio per i genitori è quello di installare delle app che fungano da “parental control” e che limitino, per prima cosa, l’accesso a determinati siti. Si tratta di una misura importante poiché in questo modo i ragazzi non possono installare in autonomia applicazioni che potrebbero essere pericolose né visitare siti fraudolenti, violenti o pornografici attraverso i quali è più facile che gli hacker veicolino malware, o dietro i quali si celano spesso trappole di malintenzionati che mettono a rischio l’incolumità, anche fisica, dei ragazzi.
  • Insegnare il valore della privacy. Nell’epoca della condivisione, della vetrina e del voyeurismo, si devono aiutare i ragazzi a capire, fin da piccoli, quanto sia importante mettere dei paletti sulla diffusione della propria immagine e dei propri pensieri e soprattutto come sia possibile farlo. Tanti ragazzi vorrebbero difendersi ma non sanno come impostare la privacy dei social network su cui sono presenti per impedire, ad esempio, che i loro contenuti siano del tutto pubblici. Statisticamente solo il 10% dei giovani modifica le proprie impostazioni di privacy in seguito a un’esperienza negativa, e solo il 2% segnala contenuti o contatti inappropriati ai gestori delle piattaforme**. D’altra parte molti giovani non si rendono conto che ciò che viene caricato sul web sfugge al loro controllo e può diventare causa di bullismo, ricatti ed episodi gravissimi di violenza fisica e psicologica.
  • Sviluppare un dialogo continuo. Un ragazzo su 4 che va incontro ad episodi spiacevoli sul web, evita di parlarne. Questo perché spesso i ragazzi soffrono la mancanza di figure di riferimento in grado di comprendere la natura dei problemi legati alla vita digitale e che siano in grado di valutarli senza ingigantirli né sminuirli. Per far sì che i ragazzi non si sentano abbandonati è fondamentale mantenere aperto il dialogo e il confronto, magari chiedendo ai ragazzi stessi di insegnare ai genitori con meno esperienza informatica il funzionamento delle piattaforme più nuove.

 

Notizia pubblicata il 05/02/2019 ore 17.48


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