Ricchezza netta della famiglie in forte calo. UNC: “Gli italiani si impoveriscono sempre più” (Foto di Steve Buissinne da Pixabay)

È in forte calo la ricchezza netta delle famiglie in termini reali. Alla fine del 2022 diminuisce dell’1,7% in termini nominali dopo tre anni di crescita ma la flessione in termini reali è del 12,5%, soprattutto per le ripercussioni dell’inflazione. È quanto emerge dalle stime sulla ricchezza reale e finanziaria in Italia pubblicate oggi dalla Banca d’Italia e dall’Istat.

In calo la ricchezza netta delle famiglie

Si legge nel report: “Alla fine del 2022 la ricchezza netta delle famiglie italiane, misurata come somma delle attività non finanziarie (abitazioni, terreni, ecc.) e delle attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.) al netto delle passività (prestiti a breve termine, a medio e lungo termine, ecc.), è stata pari a 10.421 miliardi di euro (177 mila euro pro capite). Rispetto al 2021, la ricchezza netta in termini nominali è diminuita dell’1,7%, dopo tre anni di crescita; in termini reali la riduzione è stata molto più marcata (-12,5%), per via della forte pressione inflazionistica, iniziata nel 2021 e proseguita nel 2022. La ricchezza netta è scesa anche in rapporto al reddito disponibile, da 8,7 a 8,1, raggiungendo il livello più basso nel periodo di indagine della presente pubblicazione”.

L’aumento delle attività non finanziarie nel 2022 (+2,1%) ha riflesso soprattutto quello del valore delle abitazioni, che ha registrato il più elevato tasso di crescita dal 2009; il peso di questa componente sul totale della ricchezza lorda ha raggiunto il 46,3%. Le attività finanziarie si sono contratte del 5,2%, principalmente per effetto della riduzione del valore delle azioni e degli strumenti del risparmio gestito. Dopo circa un decennio, spiega ancora il report, sono tornati a crescere i titoli di debito detenuti dalle famiglie, in buona parte emessi dalle amministrazioni pubbliche, mentre l’aumento dei depositi è stato contenuto, dopo il forte accumulo del triennio precedente. La crescita delle passività finanziarie (+2,8%) è riconducibile soprattutto alla componente dei prestiti.

UNC: la casa non basta a mantenere la ricchezza

“Dati drammatici”, commenta a stretto giro l’Unione Nazionale Consumatori davanti alla discesa della ricchezza netta delle famiglie viene fotografata da Istat e Banca d’Italia.

Commenta il presidente dell’associazione Massimiliano Dona: «Si tratta di un crollo molto preoccupante e allarmante. Gli italiani si impoveriscono sempre più e il fatto di essere proprietari della loro abitazione non è più sufficiente come una volta per mantenere stabile la loro ricchezza, che scende anche in rapporto al reddito disponibile, reddito già insufficiente per far fronte all’aumento del costo della vita e all’inflazione galoppante. Insomma – conclude Dona – il tesoretto degli italiani perde sempre più di consistenza e questo significa accrescere le incertezze sul futuro, ridurre le aspettative sulla propria condizione economica, con conseguenze negative sui consumi».


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