Revenge porn, il Garante Privacy interviene a tutela delle potenziali vittime

Revenge porn, il Garante Privacy interviene a tutela delle potenziali vittime (fonte immagine: Pixabay)

Sono partiti i primi cinque provvedimenti adottati dal Garante privacy a tutela di potenziali vittime di revenge porn. L’Autorità, infatti, ha ingiunto in via d’urgenza a Facebook, Instagram e Google di adottare immediatamente tutte le misure necessarie ad impedire la diffusione sulle relative piattaforme del materiale (video, foto), segnalato all’Ufficio del Garante da alcune persone che ne temevano la pubblicazione online.

Il ruolo del Garante Privacy contro il Revenge porn

Il revenge porn e, più in generale, il fenomeno della pornografia non consensuale – spiega il Garante – consiste nella diffusione di immagini pornografiche o sessualmente esplicite a scopo vendicativo (ad esempio per “punire” l’ex partner che ha deciso di porre fine ad una relazione) o per denigrare pubblicamente, bullizzare e molestare la persona cui si riferiscono.

L’attuale intervento rientra tra i compiti attribuiti all’Autorità dalle modifiche normative introdotte al Codice privacy, nel mese di dicembre 2021.

Ora, infatti, spetta al Garante ricevere segnalazioni da parte di chiunque – compresi i minori con più di quattordici anni – abbia un fondato motivo di ritenere che registrazioni audio, video, foto a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano possano essere pubblicati sulle piattaforme digitali, senza il suo consenso.

Ricevuta la segnalazione – spiega l’Autorità – il Garante si attiva tempestivamente per disporre il blocco preventivo nei confronti delle piattaforme indicate (di regola, attraverso l’implementazione di specifiche tecnologie, quali ad esempio codici hash).

I suggerimenti del Garante per difendersi

Il revenge porn produce effetti drammatici a livello psicologico, sociale e anche materiale sulla vita delle persone che ne sono vittime. Per questo motivo il Garante Privacy aveva diffuso alcuni suggerimenti utili per difendersi e tutelarsi, attraverso una corretta protezione e gestione dei propri dati personali, e in particolare, delle foto e dei video.

A partire dalla protezione dei dai personali. “Se sui tuoi dispositivi (smartphone, pc o tablet) hai file che contengono foto e filmati che ti ritraggono in scene di nudo oppure in pose o atti esplicitamente sessuali, utilizza adeguate misure di sicurezza: ad esempio, password che proteggono i dispositivi e/o le cartelle in cui conservi i file, sistemi di crittografia per rendere illeggibili i file agli altri, sistemi anti-virus e anti-intrusione per i dispositivi. Se decidi di diffondere le tue immagini, ad esempio tramite messaggi o social network, devi essere pienamente consapevole del fatto che, anche se il tuo profilo è «chiuso» (cioè, visibile ad un numero limitato di persone), i contenuti potrebbero comunque essere ulteriormente condivisi e tu potresti perderne il controllo. L’esperienza insegna che i rapporti cambiano e a volte i comportamenti delle persone sono imprevedibili”.

 

revenge porn

 

Inoltre chiedere l’eliminazione dei dati personali è un proprio diritto. “Se hai già diffuso immagini esplicite che ti riguardano, oppure hai saputo che qualcuno le ha prodotte a tua insaputa (ad esempio durante momenti intimi) – afferma il Garante – chiedi a chi le detiene di cancellarle, in modo da bloccare ogni possibilità di ulteriore diffusione”. L’Autorità ricorda anche che “la diffusione senza consenso di dati riferiti alle persone (come appunto le immagini) è una violazione punibile con sanzioni pecuniarie e, in alcuni casi, anche penali”.

Attenzione anche al deepfake, tecnologie che, partendo da foto o video reali del tutto “normali” (che riprendono ad esempio il soggetto in comuni situazioni e attività di vita quotidiana) possono manipolare le immagini, “denudando” le persone e/o rappresentandole in pose o azioni esplicitamente sessuali false ma del tutto realistiche.

È importante, inoltre, evitare di essere complice di una persecuzione ai danni di una persona esposta e, soprattutto, di un reato che può anche avere gravi conseguenze: non bisogna, dunque, diffondere foto o immagini che potrebbero essere frutto di revenge porn.

Attenzione anche ai più piccoli, evitando di far utilizzare dispositivi digitali ai bambini e alle bambine e monitorando il loro comportamento online.

Se sei vittima di revenge porn, rivolgiti alla polizia postale

Il Garante Privacy, infine, raccomanda alle vittime di rivolgersi alla Polizia postale per denunciare il reato e al titolare del trattamento o al Garante stesso per richiedere la cancellazione delle immagini. Inoltre, chiunque abbia timore che le proprie foto o video intimi possano essere diffusi su Facebooke e Instagram senza il suo consenso, può utilizzare il canale per le segnalazioni.


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