Politiche 2018, associazioni lanciano Agenda ambientalista per l’Italia
Dalle associazioni ambientaliste arrivano 50 proposte per la riconversione ecologia dell’Italia. Energia, ambiente, rifiuti, mobilità, consumo di suolo, bonifiche, mare e montagna, tutela del paesaggio, biodiversità: sono tante le idee che sono state messe nero su bianco da 23 associazioni in vista delle elezioni politiche del 4 marzo. “L’ambiente non è un’etichetta da porre sui programmi elettorali”, affermano gli ambientalisti.
Per le sigle promotrici dell’Agenda ambientalista – ci sono fra le altre Greenpeace Italia, Legambiente, Marevivo, Mountain Wilderness, Slow Food Italia, TCI e WWF – fare scelte sostenibili nei consumi e nei processi produttivi dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico “per tutte le forze politiche e i movimenti che vogliono fare in modo che l’Italia, Paese del G7, esca definitivamente dalla crisi, con un nuovo modello economico, un nuovo patto basato sul connubio inscindibile tra la dimensione ecologica e quella economica e sociale dello sviluppo”. Da qui le proposte dell’Agenda ambientalista 2018 per la riconversione ecologica dell’Italia, alla base del confronto con le forze politiche che si candidano alle prossime elezioni (oggi come era stato già cinque anni fa), con una serie di azioni che vogliono rappresentare la base per un confronto col futuro presidente del Consiglio incaricato.
Nell’Agenda ci sono una serie di impegni considerati ineludibili. Uno è la redazione del Piano Nazionale Clima e Energia, che faccia conseguire l’Obiettivo 100% rinnovabili al 2050, nel rispetto delle tutele ambientali paesaggistiche e culturali, insieme alla definizione di una Roadmap di decarbonizzazione con la fuoriuscita dall’uso del carbone entro il 2025. Secondo impegno fondamentale per le 23 sigle è il varo di un Piano nazionale della mobilità, atteso dal 2001, per favorire la mobilità pulita (a cominciare dalla bicicletta e dalle auto elettriche) e ripensare le città, liberandole da congestione, dall’ inquinamento e dalle emissioni di gas serra.
Terzo punto considerato prioritario è la definizione della nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità, post 2020, nel pieno rispetto delle Direttive europee “Habitat” e “Uccelli” per conservare un patrimonio che non ha eguali in Europa (l’Italia ha il primato continentale per la varietà di specie e habitat) sottoposto a gravi fenomeni di bracconaggio e di speculazione nelle aree di pregio. Gli ambientalisti al quarto punto chiedono poi di sostenere in sede comunitaria la revisione radicale della Politica Agricola Comune, basata sui principi dell’agroecologia e del benessere animale, evitando, tra l’altro, l’uso dei pesticidi nelle aree protette e vicino ai corsi d’acqua e mantenendo il divieto assoluto di prodotti OGM. Quinta richiesta considerata centrale è quella di dare piena attuazione alla Strategia Marina per l’Ambiente Marino, derivante dalla Direttiva europea del 2008, e tutelare le aree interne con appositi provvedimenti mirati per le zone montane, nel rispetto della Convenzione internazionale delle Alpi e per il rilancio della Convenzione degli Appennini.
Nella direzione di scelte sostenibili vanno poi una serie di interventi che riguardano l’approvazione di una efficace legge contro il consumo di suolo, il completamento del percorso avviato con l’introduzione degli ecoreati con l’aggiunta di nuovi delitti ambientali per la tutela della fauna protetta, la convocazione entro il 2020 della Conferenza nazionale sulle aree protette per rilanciare il ruolo dei parchi nella tutela del patrimonio naturale. E ancora, sono considerati necessari il completamento dei nuovi piani paesaggistici, l’istituzione di un Fondo nazionale per le bonifiche dei siti inquinanti orfani, ovvero senza più proprietario, e l’introduzione di una cauzione sugli imballaggi monouso per ridurre la produzione dei rifiuti.
