Pochi figli, tante spese. Osservatorio Findomestic: pesa la mancanza di lavoro
In Italia continua il calo delle nascite. L’Istat ha rilasciato gli ultimi dati demografici relativi al 2016 che confermano la tendenza alla diminuzione: il livello minimo delle nascite del 2015 (486 mila) è superato da quello del 2016 (474 mila). Secondo l’Osservatorio mensile di Findomestic, i motivi per i quali volano meno cicogne sui cieli italiani sono la crisi economica e la mancanza di lavoro. Infatti, il 63% del campione intervistato ha evidenziato questa preoccupazione. Inoltre, per un italiano su 2 (51%), lo Stato non supporta adeguatamente le famiglie con figli.
Difficile anche la situazione delle donne che lavorano per le quali risulta a volte molte difficile conciliare casa e lavoro: la pensa così il 34% degli intervistati e il 44% donne che fanno parte del campione. Poco efficaci anche i servizi riservati all’infanzia che sono pochi e cari (33%).
Come si coniuga tutto questo con le spese da affrontare ogni mese?
Tralasciando quelle “necessarie”, ossia legate all’alimentazione/salute, istruzione e abbigliamento, le voci di spesa legate ai figli che incidono maggiormente sul bilancio familiare sono: attività sportive (citate dal 38% del campione, con una spesa media mensile pari a €74), telefono cellulare (37% con una spesa media mensile pari a €31), attività di svago come cinema, uscite con gli amici (29% con una spesa media mensile pari a €72), libri, sia cartacei che digitali (voce citata dal 25% del campione e per la quale si spendono in media €49 al mese) e infine giochi/giocattoli tradizionali (citati dal 22% degli intervistati e per i quali si sostiene una spesa media mensile di €38).
Ovviamente la rilevanza delle singole voci di spesa varia con l’età dei figli. Ad esempio, per le famiglie con bambini molto piccoli (1-3 anni ma anche 3-5 anni) i giocattoli sono la voce che raccoglie maggiori citazioni (rispettivamente 70% e 62%). Nelle famiglie con figli di età compresa tra i 6 e i 17 anni è invece rilevante la spesa legata alle attività sportive. A partire dal compimento dei 13 anni, la spesa che i genitori indicano come più rilevante è quella legata al telefono cellulare.
Oltre a queste spese, il 31% degli intervistati con figli dichiara di dare la paghetta settimanale ai propri figli. Se fino ai 13 anni prendono la paghetta meno di 3 ragazzi su 10, dai 13 a i 17 anni ricevono la paghetta 1 su 2 (53%). Dopo i 18 anni sono 4 ragazzi su 10 a riceverla. Anche la paghetta varia in funzione dell’età dei figli: si va dai € 20 a settimana per i più giovani (6-12enni) ai € 27 per gli adolescenti (13-17 anni) e infine ai € 42 in media a settimana per i figli maggiorenni