Pagamenti elettronici, petizione Waroncash: agevolare i consumatori
Non approvare la norma che vuole abbassare le interchange fee, ovvero le commissioni che la banca del punto vendita paga alla banca del consumatore ogni volta che avviene un acquisto con carte di pagamento. La conseguenza diretta di una riforma del genere, ogni volta che è stata attuata, è stata un “finto risparmio”, perché si è risolta in un aumento dei costi di gestione delle carte di pagamento a carico dei consumatori. È quanto si legge in una petizione lanciata da Waroncash.org, website di informazione specializzato, rivolta alla Commissione europea.
La petizione è stata pubblicata sulla piattaforma change.org e verrà consegnata a José Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea, e a Michel Barnier, Commissario Mercato interno e servizi della Commissione. “L’Europa vuole far pagare di meno le grandi catene commerciali applicando loro uno sconto sulle commissioni delle carte di pagamento. I burocrati dicono di fare un favore ai consumatori, ma in realtà pagheremo tutti più cara la nostra carta di credito – si legge nella petizione – La Commissione Europea è in una fase avanzata per attuare una riduzione delle cosiddette “interchange fee”, cioè le commissioni che la banca del punto vendita paga alla banca del consumatore ogni volta che avviene un acquisto. Spesso le definiamo più semplicemente “commissioni”. Ci vogliono convincere che in questo modo la moneta elettronica sarà più conveniente e quindi più utilizzata, inoltre, pensano, che riducendo le commissioni, i prezzi finali dei prodotti potranno abbassarsi. In alcuni paesi questo è stato già fatto e il risultato è che in TUTTI i casi la conseguenza diretta è stata un aumento dei costi di gestione delle carte di pagamento per i consumatori: un finto risparmio”.
L’esempio riportato dai promotori della petizione è quello di un supermercato pieno di offerte dove però il carrello non restituisce la moneta e il parcheggio costa un euro ogni dieci minuti: dov’è il risparmio? Secondo Waroncash, il cambiamento legislativo “non avrà come conseguenza l’abbassamento dei prezzi, come si sostiene, bensì garantirà alla grande distribuzione margini di profitto ancora maggiori, mettendo in ulteriore difficoltà i piccoli esercenti e facendo aumentare i costi dei servizi per i correntisti (famiglie e imprese) e per i detentori di carte di pagamento (consumatori)”. Questo finirà inoltre per rafforzare l’uso del contante, che costa ogni anno in Europa oltre 50 miliardi di euro.
Spiega la petizione: “I minori introiti provenienti dalla grande distribuzione saranno compensati con l’aumento dei costi delle carte di pagamento, acuendo così il disagio economico di molti consumatori che dovranno rinunciare alle proprie carte. Questo non potrà che rafforzare ulteriormente il contante che ha costi esorbitanti e che favorisce un’economia opaca, criminale e ingiusta alimentando corruzione, malavita e evasione fiscale”. Da qui la richiesta dei promotori dell’iniziativa: “Chiediamo a tutte le istituzioni Europee di valutare iniziative per agevolare il consumatore e non i grandi commercianti, come per esempio vantaggi fiscali per coloro che utilizzano la moneta elettronica”.