
Omicron frena la spesa delle famiglie
Omicron frena la spesa delle famiglie: giù saldi e viaggi
Omicron frena la spesa delle famiglie. Un consumatore su due taglia su bar e ristoranti, uno su tre ha rinunciato a viaggi e sempre un terzo riduce gli acquisti nei negozi
La paura frena la spesa delle famiglie. Nei morsi di una pandemia che si è di nuovo acutizzata, le persone ci vanno caute. Con le spese, con i viaggi, con la pizza fuori casa o la colazione al bar. Anche i saldi non vedono una grande affluenza, e parecchi si tengono lontani dai negozi – soprattutto se vedono qualche cliente dentro.
Omicron insomma ha cambiato le prospettive per commercio, turismo e pubblici esercizi, che venivano da un anno di graduale ripresa. Ora invece, dice Confesercenti, «tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un ‘lockdown di fatto’, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori».
Lo smart working riduce i margini di guadagno dei pubblici esercizi nelle città e nei quartieri degli uffici. I viaggi sono in grande affanno. Soprattutto frena la spesa delle famiglie a causa della paura e del contagio, che consiglia prudenza anche negli acquisti – i consumatori si tengono lontani dai negozi quando vedono troppe persone – e fa saltare viaggi anche prenotati. Si fanno meno colazioni al bar e meno pranzi fuori casa.

La paura frena la spesa dei consumatori
Dice Confesercenti: «Il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali. Il 32% – un italiano su tre – ha invece rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata. Una quota identica – sempre il 32% – ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti».
Anche i saldi non sembrano riscuotere un grande successo. C’è un calo di affluenza nei negozi già segnalato e meno voglia di esporsi. Confesercenti dice che «le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che già circa un milione di clienti abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E anche chi lo fa lo stesso adotta comportamenti più prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone, e preferisce fare la fila fuori dai punti vendita».
Non va meglio per il turismo. Anche in questo caso, già segnalate disdette e cancellazioni. Anche a fine periodo natalizio, la montagna ha resistito per pochi giorno, le città d’arte si sono ritrovate al minimo.
«L’impatto negativo dello stop ai viaggi è avvertito da tutti i comparti del turismo e degli eventi, dalle agenzie di viaggio – ferme ormai da quasi due anni – ai trasporti turistici, passando per guide e accompagnatori – dice Confesercenti – Nell’ultimo mese, però, è tornato in crisi anche il comparto ricettivo, in particolare nelle grandi città d’interesse storico-artistico: a Roma è rimasto chiuso, per assenza di turisti, un albergo su tre. E anche chi è aperto è di fatto vuoto, con un tasso di occupazione medio inferiore al 30% delle camere».
