Livelli essenziali di assistenza, raggiunta intesa Stato-Regioni sul Decreto Tariffe (Foto di Darko Stojanovic da Pixabay)

Raggiunta l’intesa Stato Regioni sul Decreto Tariffe, che permetterà di rendere efficaci i Livelli essenziali di assistenza (Lea). I Lea sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse).

Ministero Salute: approvato Decreto Tariffe

«Dopo sei anni finalmente è stata raggiunta l’intesa in Stato-Regioni sul decreto tariffe che consente la piena efficacia dei nuovi livelli essenziali di assistenza varati nel 2017 – ha detto ieri il ministro della Salute, Orazio Schillaci, dopo l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del decreto del Ministero della Salute, di concerto con il MEF, sulle tariffe dei nuovi Lea in attuazione del Dpcm 12 gennaio 2017 – Un risultato di straordinaria importanza frutto dell’impegno del Governo e della collaborazione proficua con le Regioni. Il Dpcm del 2017, infatti, innova i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete. Prestazioni che finora non è stato possibile erogare su tutto il territorio nazionale proprio in mancanza dell’adozione del decreto tariffe».

Il provvedimento aggiorna le tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica fermi rispettivamente al 1996 e al 1999 e valorizza quelle di nuovo inserimento. Le nuove tariffe entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024 per quanto concerne l’assistenza specialistica ambulatoriale e dal 1° aprile 2024 per quanto concerne l’assistenza protesica.

«Tutti i cittadini, superando le disomogeneità assistenziali – ha aggiunto il ministro – potranno finalmente usufruire in ogni area della Nazione di prestazioni al passo con le acquisizioni medico scientifiche ormai consolidate, con effetti positivi anche in termini di contenimento della mobilità sanitaria».

Tra le novità per la specialistica ambulatoriale, l’erogazione omogenea su tutto il territorio delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita incluse nei LEA; prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e malattie rare; prestazioni indispensabili ad approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell’ambito della diagnostica per immagini in grado di consentire diagnosi più rapide ed affidabili; enteroscopia con microcamera ingeribile, screening neonatali.

Viene introdotta la consulenza genetica per coloro che si sottopongono ad una indagine utile a confermare o a escludere un sospetto diagnostico, finalizzata anche a fornire il sostegno necessario ad affrontare situazioni spesso emotivamente difficili in relazione alle possibili implicazioni connesse alla comunicazione del risultato. Si aggiornano le prestazioni di radioterapia assicurando a tutti gli assistiti l’erogazione di prestazioni altamente innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico.

 

 

Cittadinanzattiva: siamo contenti  ma non ci accontentiamo

«Siamo contenti ma non ci accontentiamo: la battaglia per assicurare l’effettiva erogazione dei Lea a tutti i cittadini e per dare nuovo slancio alla sanità pubblica non è finita», ha commentato Cittadinanzattiva, che qualche giorno fa aveva inviato una diffida formale affinché venisse convocata la Conferenza Stato-Regioni per l’intesa sul Decreto Tariffe.

«Finalmente si è raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni – ha detto la segretaria generale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino – Un risultato che attendevamo da anni e per il quale ci siamo battuti, insieme a tante organizzazioni di cittadini e di pazienti, per garantire l’entrata in vigore dei Lea del 2017, e gli ulteriori aggiornamenti previsti, e il diritto ad un accesso equo alle prestazioni sanitarie ai cittadini di ogni Regione».

L’impegno per garantire i Lea in modo uniforme non è però concluso, prosegue l’associazione.

«Crediamo che le Regioni, oltre a richiedere giustamente che sia effettuato un monitoraggio per valutare l’impatto economico-finanziario che il Decreto avrà sui conti regionali, debbano impegnarsi a loro volta ad assicurare un monitoraggio permanente dell’adempienza sui Livelli essenziali di assistenza, e che le istituzioni tutte debbano essere consapevoli che l’aggiornamento dei Lea va reso una misura dinamica e costante e non un provvedimento “una tantum” – spiega ancora Mandorino – Restiamo perplessi inoltre dal fatto che le Regioni chiedano, come unica misura per assicurare le nuove prestazioni, il superamento del tetto di spesa su quelle effettuate in privato accreditato, e non anche un generale reinvestimento su tutti i settori della sanità pubblica, ad esempio per il rafforzamento delle risorse professionali».

«Ci aspettiamo, infatti, che le istituzioni, centrale e territoriali, assumano come ottica condivisa per il futuro il rilancio del Servizio sanitario, la promozione della salute dei cittadini e il superamento delle disuguaglianze – conclude la segretaria generale di Cittadinanzattiva – Come cittadini, continueremo a valutare tutti gli aspetti legati all’erogazione dei Lea, per esempio le liste d’attesa e l’accesso effettivo alle prestazioni, la mobilità sanitaria, l’attenzione alla prevenzione, il rischio di desertificazione per i servizi e gli operatori della sanità pubblica».

L’Osservatorio Malattie Rare (OMaR) «accoglie con soddisfazione la notizia dell’approvazione del decreto, un atto che contribuirà a portare la sanità sempre più nella direzione di una maggiore equità tra le Regioni, garantendo ai cittadini le prestazioni e gli ausili di cui effettivamente hanno bisogno. Ci congratuliamo con il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per aver ottenuto in poco più di 6 mesi dall’insediamento, questo risultato, sempre sfuggito in passato», ha detto Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttore di Osservatorio Malattie Rare – OMaR.

«Ora che questo enorme scoglio è stato finalmente superato – prosegue – ci sono tutti i presupposti per compiere altri due passi, semplici e di fatto pronti, anche questi attesi da troppo tempo». Si tratta di dare il via libera al Piano Nazionale Malattie Rare e di aggiornare per decreto la lista di patologie da ricercare attraverso lo screening neonatale.


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