Notariato

Cari notai,

la vostra categoria in questi anni ha collaborato molto positivamente con le associazioni consumatori per facilitare l’esercizio dei loro diritti. Basta pensare alle Guide del cittadino, con cui sono stati messi a disposizione gratuitamente (e sono stati scaricati on line in decine di migliaia di copie) testi di facile lettura e comprensione che aiutavano chi doveva comprare una casa, fare una donazione o un testamento, stipulare un mutuo etc. O alle consulenze gratuite che in varie province avete fornito in molte occasioni. Né possiamo dimenticare il vostro prezioso e fondamentale ruolo di sostegno ai consumatori nel braccio di ferro con l’ABI sulla portabilità gratuita del mutuo.

Per questo sono rimasto molto sorpreso nel leggere una notizia che ha fatto il giro del web attraverso i social e poi è stato riportata ampiamente sui quotidiani. 353 di voi hanno presentato domanda per ricevere i 600 destinati ai professionisti per le perdite o diminuzioni di reddito in questi mesi di emergenza Covid-19, aggiungendovi ai 136mila avvocati, 50mila geometri, 27mila commercialisti, 9800 giornalisti, 97mila ingegneri e architetti.

I commenti si sono sprecati, partendo quasi tutti in gran parte da un dato clamoroso: 293.200 di reddito medio denunciati dai notai nel 2017, come si può leggere nelle statistiche pubblicate dal Dipartimento delle Finanze.

Un autorevole notaio milanese, Valerio Tacchini, avverte che negli ultimi 15 anni il reddito dei notai è diminuito di almeno il 30%,  mentre il numero dei notai è passato da 3.793 a 5.148, con una ovvia divisione delle entrate. E un altro notaio nei giorni scorsi, reagendo al  mio post su FB in cui commentavo questa sorprendente notizia, mi ha risposto che si tratta dei notai entrati in servizio negli ultimi anni e che quindi ancora non hanno maturato una clientela e redditi sufficienti.

Ora si sa già che i fondi messi a disposizione per le Casse professionali dal Governo (200 milioni) non basteranno. Mancano finora almeno 50 milioni di euro, con 100mila domande che per essere evase dovranno aspettare un nuovo decreto del Governo che stanzi nuovi fondi,

Torniamo a voi, signori notai. Anche se il vostro reddito medio è diminuito del 30% in 15 anni, si tratta sempre di redditi medi di tutto rispetto, il doppio rispetto ai secondi classificati, che sono i farmacisti.

Possibile che non vi siate posto il problema di come si poteva evitare un impatto negativo di immagine con queste richieste di sussidio per la categoria che gode dei redditi più ricchi del Paese?

Possibile che non abbiate pensato ad una solidarietà interna alla categoria, magari con un prelievo straordinario di qualche centinaio di euro, per sostenere il reddito di questi giovani notai per 2/3 mesi?

Bastava un prelievo straordinario di 200 ciascuno per 4500 notai, ottenendo così un fondo di 900mila euro, che avrebbe assicurato a ciascuno dei 353 un reddito aggiuntivo di oltre 2500 ! Si sarebbe così alleggerito il peso sul bilancio pubblico, a cui contribuiscono anche i pensionati a 700 euro al mese o gli operai a 1200 euro!

In un momento di grande difficoltà economica per tutto il Paese e soprattutto per le categorie più povere, queste 353 richieste sono davvero un pugno nell’occhio di tante migliaia di commercianti, artigiani, piccoli imprenditori e ancora di più per i lavoratori precari, stagionali, come i braccianti agricoli, molti dei quali non potranno avere neppure questi 600 € di sostegno.

Fate un bel gesto: la Cassa notarile annunci che ai 353 notai in difficoltà provvederanno gli altri notai. Sarebbe una scelta di responsabilità e di solidarietà!


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

3 thoughts on “Lettera aperta ai notai

  1. Giustissimo !
    ..ma allora anche a commercianti e artigiani in difficoltà potrebbero provvedere artigiani e commercianti con reddito più alto.
    Anche a lavoratori precari o dipendenti in difficoltà potrebbero provvedere i lavoratori dipendenti quadri o dirigenti con una parte del loro ricco stipendio…

  2. Giustissimo mica tanto…I contributi agli iscritti agli ordini professionali che hanno casse previdenziale di categoria vengono erogati da queste ultime (le cui risorse provengono dalla contribuzione degli iscritti). Di conseguenza, per le categorie di cui sopra, i contributi non gravano sul bilancio pubblico e, in qualche modo, sono una forma di solidarietà interna alla categoria

    1. …appunto !
      Solidarietà interna che invece non esiste nelle categorie artigiani/commercianti o lavoratori dipendenti e che gravano sul bilancio pubblico

Parliamone ;-)

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: