1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia ma anche pecore e capre possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt. Arriva domani, 19 aprile, l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte utilizzato per la produzione dei prodotti lattiero-caseari.

latte1In etichetta sarà indicata l’origine del latte: Italia, Paesi Ue, Paesi non Ue, a seconda della provenienza delle materie prime dei prodotti lattiero caseari a base di latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale e per il latte UHT. Si potrà scrivere “100% latte italiano” solo per prodotti con latte munto, condizionato e trasformato in Italia, altrimenti vorrà dire che almeno una fase del processo non è stata fatta in Italia.

Questo è un traguardo storico per il nostro Paese“, afferma il Ministro Maurizio Martina, “che ci consente di creare un nuovo rapporto tra produttori e consumatori. Siamo da sempre in prima linea nella costruzione di politiche di massima informazione e trasparenza nei confronti di chi acquista prodotti agroalimentari e questa scelta lo dimostra. Una sperimentazione che ora auspichiamo possa trasformarsi in uno standard europeo. I cittadini, infatti, devono essere informati per poter scegliere consapevolmente cosa mettere a tavola. Questo vuol dire tutelare il Made in Italy, il lavoro dei nostri allevatori e fa crescere una vera e propria cultura del cibo. La nostra battaglia in Europa quindi non finisce qui. Andiamo avanti collaborando ancora con la Commissione per rafforzare sempre più gli strumenti a disposizione e affermare così un modello distintivo di qualità ed eccellenza.”

Intanto, un primo monitoraggio realizzato dalla Coldiretti evidenzia che già due confezioni di latte a lunga conservazione su tre sono in regola con la nuova etichetta. Per yogurt e formaggi la situazione sembra essere al momento un po’ più variegata dal momento che il provvedimento prevede che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura.

La nuova etichettatura di origine, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, rappresenta “un importante segnale di cambiamento anche a livello comunitario dove occorre proseguire nella l’impegno per la trasparenza”. “Si conclude positivamente una lunga battaglia della Coldiretti che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione”, ha concluso Moncalvo.

Un passo sicuramente importante, in linea con le nostre richieste improntante alla tracciabilità ed alla trasparenza”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. “Ci auguriamo che tale percorso prosegua, consentendo ai cittadini di avere informazioni chiare e complete sulla tracciabilità di tutti i prodotti”.

“Per promuovere la qualità e l’incentivazione di allevamenti sempre più improntanti al benessere degli animali”, dicono le due associazioni, “è opportuno dare rilevanza e rendere obbligatorie le informazioni relative alle modalità di allevamento e nutrizione di questi ultimi (grass fed piuttosto che mangimi, allevamento al pascolo piuttosto che stalle intensive)”. 


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