Uva da tavola

Uva da tavola

V sta per Vitis vinifera, la classica uva da tavola utilizzata anche per produrre vino. M sta per Moscatina, una varietà americana molto diffusa negli Stati Uniti. Le due specie sono oggetto di un progetto dell’Arkansas Agricultural Experiment Station lanciato nei giorni scorsi. Alla ricerca ha contribuito un sostegno di 7 milioni di dollari di contributo del National Institute of Food and Agriculture del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti e a un team di 32 esperti provenienti da tutta la nazione. Il progetto ha sei team basati su obiettivi focalizzati su genetica, allevamento, patologia, qualità, marketing e produzione.

Un progetto, un team e un obiettivo

“Questo progetto è stato in lavorazione per un decennio, in attesa dei partner di progetto giusti per formare il team – ha affermato Renee Threlfall, professore associato di enologia e viticoltura presso il dipartimento di scienze alimentari – Il nostro scopo è l’introduzione di cultivar resistenti alle malattie con una migliore qualità della frutta. Questo porterà a un’industria dell’uva statunitense più resiliente”.

Il breeding è molto diffuso tra le varie specie di uva e anche molto apprezzato dai consumatori. Basti pensare alla diffusione in Italia e in Europa di varietà derivanti dalla selezione di genotipi di uve apirene, ovvero senza semi.

Tornando alla VxM Moscatine – si legge in una nota dell’Arkansas Agricultural Experiment Station – crescono molto più grandi delle specie Vitis, a volte grandi quanto palline da golf, e sono coltivate a scopo commerciale nel sud-est per il mercato fresco e per la trasformazione in vini, succhi e gelatine. Rispetto alle specie Vitis, le Moscatine tendono ad avere bucce spesse, una consistenza diversa, distinti sapori fruttati e floreali e bacche contenenti semi grandi. Hanno anche 20 cromosomi, uno in più dell’uva a grappolo. Quindi l’allevamento tra questi due sottogeneri può essere complicato, ha osservato Margaret Worthington, Professore associato di orticoltura e direttore del Programma Arkansas Fruit Breeding per la stazione sperimentale.

È come incrociare un cavallo e un asino… si ottiene un mulo altamente sterile – ha continuato Worthington.  Quando si incrociano le Moscatine con l’uva a grappolo si ottengono più uve e si può effettuare l’allevamento inverso. L’obiettivo è avere un’uva a grappolo resistente alle malattie o una Muscadine con caratteristiche migliorate”.

Perché fa così notizia l’incrocio di queste due specie?

Negli Stati Uniti le malattie delle piante e i parassiti causano miliardi di dollari di perdite economiche ogni anno. Senza il controllo dei parassiti, il 70 percento delle rese delle colture potrebbe andare perso, secondo il Plant Disease Action Plan dell’USDA-Agricultural Research Service per il 2022-2026. Come ha precisato Lance Cadle-Davidson, componente del team e ricercatore di patologie delle pianto presso la USDA-ARS “L’uva a grappolo è suscettibile a molte malattie a cui le Moscatine resistono naturalmente. In effetti, i due geni di resistenza più ampiamente utilizzati nell’allevamento di nuove cultivar di uva a grappolo provengono dalle Moscatine, da un’ibridazione incrociata realizzata nel 1917. Al contrario questo progetto mira a fornire ai coltivatori di uva e Moscatine 10 geni di resistenza alle malattie in soli quattro anni”.

“L’elemento di qualità per le nuove uve – ha aggiunto Threlfall – riguarda principalmente il sapore e la consistenza. L’elemento di marketing invece riguarda ciò che i coltivatori e i consumatori percepiscono. È come se stessi inventando un nuovo frutto, devi chiedere a un consumatore, ‘Lo proveresti?'”


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