Istat, sorpresa: più 6,7% di vendite alimentari. Le critiche: effetto Pasqua
Si rivede il segno positivo nel commercio, con un vero e proprio boom dei prodotti alimentari. I dati dell’Istat dicono che ad aprile le vendite al dettaglio registrano un aumento del 2,6% rispetto ad aprile 2013, con dati molti netti per le vendite di prodotti alimentari (a più 6,7%) e più contenuti per quelle di prodotti non alimentari (a più 0,2%). Ma le organizzazioni di categoria sono scettiche: “è solo l’effetto della Pasqua”.
A aprile l’indice delle vendite al dettaglio registra un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente, mentre nella media del trimestre febbraio-aprile 2014 non ci sono variazioni. Nel confronto con marzo, aumentano le vendite di prodotti alimentari (+1,2%), mentre diminuiscono leggermente quelle di prodotti non alimentari (-0,1%). Nel confronto annuale, le vendite segnano un aumento del 2,6%: variazioni tendenziali positive si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (+6,7%) sia, in maniera decisamente più contenuta, per quelle di prodotti non alimentari (+0,2%).
Aumentano le vendite sia nei supermercati che nei piccoli negozi. Il confronto con aprile 2013 dice che ci sono aumenti sia per le vendite della grande distribuzione (+5,0%), sia per quelle delle imprese operanti su piccole superfici (+0,4%). Nella grande distribuzione le vendite aumentano, in termini tendenziali, del 7,9% per i prodotti alimentari e dell’1,0% per quelli non alimentari. Nelle imprese operanti su piccole superfici le vendite aumentano del 3,5% per i prodotti alimentari, mentre segnano un calo dello 0,2% per i prodotti non alimentari. Per quanto riguarda gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, le vendite dei discount aumentano dell’8,5%, quelle dei supermercati del 5,7% e quelle degli ipermercati del 4,7%.
Fra i prodotti non alimentari, ad aprile gli aumenti più consistenti su base annua sono per Giochi, giocattoli, sport e campeggio (+3,0%), Prodotti di profumeria, cura della persona (+2,4%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+1,8%), mentre le flessioni di maggiore entitàriguardano Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-1,2%), Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (-1,1%) e Cartoleria, libri, giornali e riviste (-1,0%).
Sono dati interpretati in modo critico dalle associazioni di categoria. Per Coldiretti, ad esempio, l’aumento record del commercio di alimentari “è falsato dalla diversa collocazione della Pasqua che quest’anno si è festeggiata ad aprile con una spesa stimata in circa un miliardo solo per imbandire la tavola. La dimostrazione del peso rilevante che hanno le festività sulle spese alimentari degli italiani è il fatto che – afferma Coldiretti – nel mese di marzo 2014 si è verificato un andamento negativo speculare del commercio al dettaglio alimentare (-6,8%) nel confronto con lo stesso mese dello scorso anno in cui si festeggiava la Pasqua”.
“Ad aprile, le vendite al dettaglio segnano un dato positivo, ma è troppo presto per annunciare la ripresa definitiva dei consumi, che invece è da consolidare”, afferma a sua volta Confesercenti, per la quale il comparto no food “è ancora stagnante” e la Pasqua “ha senz’altro contribuito all’incremento su base annuale di vendite nel comparto food, senza dimenticare l’inflazione molto bassa (+0,3%) registrata dai generi alimentari durante lo scorso aprile. La partita tra stagnazione e ripresa, però, è ancora aperta, come dimostrano i dati negativi sulla fiducia dei consumatori di giugno. Il risultato finale dipenderà dall’insieme di interventi a sostegno di imprese e cittadini che verranno messi in campo dal Governo: bonus fiscale e taglio della bolletta elettrica per le PMI vanno nella giusta direzione, ma non sono sufficienti – afferma Confesercenti – Rimane infatti da risolvere l’anomalia di una pressione fiscale ancora troppo alta e condizionante per gli investimenti delle imprese e per i consumi delle famiglie”.
Critiche le associazioni dei consumatori. Per Federconsumatori e Adusbef l’aumento delle vendite è una tendenza che non convince, “così come non ci convince l’ipotetica spinta data dalla festività pasquale, i cui consumi, secondo quanto rilevato dal nostro Osservatorio hanno registrato una contrazione del -13,8% rispetto alla Pasqua 2013 – affermano le due associazioni – Sorge il dubbio che i ricercatori siano già andati in vacanza in qualche ricco emirato e abbiano inviato da lì le rilevazioni, spacciandole per stime relative all’Italia”. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima per il biennio 2012-2013 una contrazione dei consumi dell’8,1%, mentre per quanto riguarda il bonus di 80 euro in busta paga le due associazioni sottolineano che i benefici saranno ridimensionati a causa del pagamento della Tasi. “Se veramente si vogliono raggiungere i livelli dei consumi indicati dall’Istat è necessario uno sforzo determinato da parte del Governo”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef, che chiedono di estendere le misure di sostegno a pensionati, incapienti, famiglie numerose e di avviare un piano per il lavoro.
“I dati diffusi oggi dall’Istat che vedono ad aprile un aumento delle vendite al dettaglio dello 0,4% su marzo e del 2,6% nel confronto annuo, sono frutto esclusivamente di una “illusione ottica’”, afferma il Codacons, che parla di “alterazione legata alla ricorrenza di Pasqua” festeggiata ad aprile. “Non a caso l’incremento più elevato delle vendite è stato registrato nel settore alimentare, comparto che caratterizza fortemente questa festività – afferma il presidente dell’associazione Carlo Rienzi – Inutile farsi illusioni e credere in miracoli irrealizzabili, purtroppo i consumi delle famiglie italiane sono in calo anche nel 2014, e solo in parte il bonus da 80 euro in busta paga introdotto dal Governo potrà far recuperare i 21,6 miliardi di euro di minori spese delle famiglie registrate nel 2013”.