Il 2012, si era capito, è iniziato con aumenti su tutti i fronti. La conferma arriva oggi con le stime provvisorie dell’Istat: a gennaio il tasso di inflazione è stato del 3,2% (in leggero calo su dicembre), ma i prezzi del carrello della spesa, dal cibo ai carburanti, sono saliti del 4,2% su base annua.

L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è stabile al 2,4%. Su base tendenziale, il tasso di inflazione dei beni è stata del 3,9%, mentre a dicembre era del 3,8%; il tasso dei servizi è passato al 2,3%, dal +2,5% del mese precedente.
Aumenti super per zucchero e caffè. Il caffè ha registrato +0,5% su dicembre e +16,5% rispetto a gennaio 2011. Lo zucchero è aumentato dello 0,3% rispetto a dicembre e del 15,9% su base annua.
Ma il record è dei carburanti: il prezzo della benzina è aumentato del 4,9% su dicembre e del 17,4% su base annua (dal 15,8% di dicembre). In forte rialzo anche il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto che ha segnato un rialzo congiunturale del 4,7% ed è cresciuto su base annua del 25,2% (in accelerazione dal 24,3% del mese precedente).
Il 2012 ha anche un paniere dei prodotti per il calcolo dei prezzi al consumo più ricco: ci rientrano E-book reader, E-book download e Mediazione civile. Diventano quindi 1.398 i prodotti per il calcolo mensile dei prezzi al consumo, aggregati in 597 posizioni rappresentative.
L’Energia elettrica si calcolerà con i prezzi biorari: Tariffa bioraria fascia diurna feriale, Tariffa bioraria fascia notturna, weekend e festivi e Quota fissa. Tra i Computer desktop, rientra il nuovo prodotto “All-in-one”, e tra i Notebook il nuovo prodotto “Ultrabook”.
Novità si registrano anche nel segmento dei Giochi, lotterie e scommesse: nella posizione dei Concorsi pronostici, vengono inserite le “lotterie istantanee”, le “scommesse sportive” e i “giochi a base ippica”.
Nel calcolo dei prezzi, infine, si evidenzia un aumento del peso relativo delle divisioni di spesa Altri beni e servizi, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Ricreazione, spettacoli e cultura, Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, Trasporti e Istruzione. I cali più rilevanti riguardano, invece, le divisioni Servizi sanitari e spese per la salute e Servizi ricettivi e di ristorazione.
Arrivano le prime reazioni ai dati Istat. Allarmante, secondo Federconsumatori e Adusbef, l’aumento dei prezzi del carrello della spesa; con questo livello di inflazione le famiglie dovranno far fronte a una stangata di 928 euro annui e, solo nel settore alimentare, di oltre 201 euro.
“Un andamento intollerabile se confrontato con le tendenze dei consumi, in continua contrazione persino nel settore alimentare. Questo andamento, in completa contraddizione con le normali logiche di mercato, che evidenzia perciò la presenza di evidenti speculazioni, non è l’unico elemento che “non torna”. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori i prezzi in pochi mesi hanno visto una crescita ben più consistente, anche sulla spinta del continuo aumento dei carburanti. L’inflazione rischia di avvicinarsi a fine anno tra il 4 e il 5%.
“La perdita del potere di acquisto delle famiglie, di questo passo, sarà enorme, e questo non potrà che determinare conseguenze negative sull’intera economia, a partire dal versante della produzione”. Le Associazioni chiedono al Governo di avviare controlli a tappeto su tutto il territorio per contrastare le intollerabili speculazioni che vanno avanti da tempo, concentrandosi soprattutto sui beni di largo consumo e sui carburanti ed accelerare i processi di liberalizzazione, rendendoli più incisivi.
L’Adoc commenta il nuovo paniere, che finalmente si aggiorna alle tendenze e ai reali consumi degli italiani. “Finalmente entrano quei settori, come le lotterie istantanee e i farmaci di fascia C, finora ignorati e che rappresentavano una grossa fetta del consumo delle famiglie – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – è positivo che l’Istat abbia aggiornato il suo paniere adeguandolo alle reali e quotidiane spese degli italiani, soprattutto per quanto riguarda le scommesse sportive e le lotterie istantanee”.
“Ci auguriamo che attraverso l’applicazione corretta delle liberalizzazioni possano arrestarsi i continui rialzi inflattivi e che i consumi tornino a correre – aggiunge Pileri – Secondo le nostre stime che i prezzi al consumo dei beni di prima necessità, primi fra tutti benzina e alimentari potranno subire una riduzione pari al 7%; i prezzi degli altri beni di consumo delle famiglie potranno subire invece un calo dell’8%; i costi dei servizi finanziari, assicurativi, energetici e di trasporti potrebbero calare del 15%. Inoltre le famiglie potrebbero risparmiare fino ad una mensilità media di stipendio, una nuova “14esima” per gli italiani che potranno così tornare a respirare.”
Il Codacons contesta il dato Istat sul prezzo dei carburanti. “Dati errati, dovuti al fatto che l’Istat, pur rilevando i prezzi dei carburanti 2 volte al mese, lo ha fatto il primo ed il decimo giorno di gennaio – sottolinea l’Associazione – Peccato che i prezzi abbiano proseguito la loro corsa per tutto il mese, fino al 31, raggiungendo il record di 1,770 euro al litro per la verde con servizio e 1,720 €/l per il diesel con servizio, contro un dato che al 10 gennaio era ancora ad 1,747 per la benzina e 1,705 per il diesel”. Rispetto all’aumento del carrello della spesa il Codacons chiede al Governo Monti di liberalizzare il settore del commercio, ripristinando i saldi liberi, eliminati per le pressioni lobbistiche di partiti e commercianti. Altrimenti le famiglie, già ridotte sul lastrico dalle manovre di risanamento che hanno fatto pagare a loro i guadagni degli speculatori finanziari, faranno definitivamente bancarotta.


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