Istat, a gennaio inflazione al 4,2% per il carrello della spesa
Nel mese di gennaio, si conferma un aumento dello 0,3% dei prezzi al consumo su base mensile, mentre su base annua c’è un lieve calo che porta l’inflazione al 3,2% (a dicembre è stato del 3,3%). I maggiori aumenti sono quelli del carrello della spesa, dagli alimentari ai carburanti, che segna un +4,2%. E sono proprio i carburanti a segnare l’aumento record: +17,4% su base annua e +4,9% su base mensile.
Il prezzo del gasolio per i mezzi di trasporto sale del 25,2% in termini tendenziali (dal 24,3% di dicembre), il rialzo più alto dal luglio del 2008. Al netto dei beni energetici l’inflazione di fondo scende al 2,2%.
In generale, i beni aumentano più dei servizi: +3,9% contro +2,3%. Nel comparto regolamentato, l’energia elettrica sale del 5% su base mensile e dell’11,2% su base annua, il gas del 3,3% e del 16%; nel comparto non regolamentato, il gasolio da riscaldamento sale rispettivamente dell’1,8% e del 15,2%. Scendono del 6,5% su base mensile e del 2,3% su un anno le spese bancarie e finanziarie grazie alle disposizioni sulle imposte di bollo per conti correnti, titoli e prodotti finanziari sotto i 5.000 euro decisi con la manovra del governo Monti. L’inflazione acquisita per il 2012 è all’1,6%.
“Una situazione preoccupante, che denunciamo da tempo, poiché comporta ripercussioni pesantissime per i cittadini – commentano Federconsumatore e Adusbef – Particolarmente grave la crescita record del tasso relativo al carrello della spesa, al +4,2%, che comporterà aggravi per le famiglie di oltre 1218 euro annui. Una cifra insostenibile per le famiglie che, solo nel corso dell’ultimo anno, hanno conosciuto una caduta del proprio potere di acquisto del -2,8%.”
Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti delle due Associazioni denunciano i rincari spropositati dei carburanti, “in crescita sia per l’erroneo ed incredibile aumento della tassazione nel corso dell’ultimo anno, sia a causa delle gravi tensioni internazionali sul prezzo del petrolio” . E poi ci sono le “speculazioni sui prezzi nelle varie filiere, soprattutto in quella dei prodotti agro-alimentari“.
“È necessario intervenire al più presto principalmente in tre direzioni: avviando maggiori controlli sulle filiere, per contrastare speculazioni sui prezzi; calmierando la tassazione sui carburanti anche attraverso il meccanismo dell’accisa mobile; portando avanti con determinazione processi di liberalizzazione efficaci e misure di rilancio dell’economia. In assenza di tali interventi – concludono i Presidenti – si rischia di alimentare sempre più il decadimento della situazione economico-sociale del nostro Paese”.
Preoccupazione per i dati pubblicati oggi dall’Istat arriva anche dal Movimento Difesa del Cittadino, che denuncia un “bilancio familiare sempre più appesantito dai graduali aumenti che hanno investito il nostro Paese appena nell’ultimo mese”, dal +4,9% della benzina al +4,7% del gasolio il 4,7%, dal +5% dell’energia elettrica al +3,3% del gas. “La crescita mensile dei prezzi dello 0,3% delinea una situazione che non possiamo ignorare e su cui è necessario intervenire. Il cittadino – scrive MDC – è ormai bersagliato dai rincari, è indispensabile che si ponga fine all’aumento ingiustificato dei prezzi adottando un po’ di buon senso e non gravando ulteriormente sui consumatori”.
A volare sono anche i prezzi della tazzina di caffè e dello zucchero che segnano un +16,5% e un +15,9% rispetto allo scorso anno. A sottolinearlo è la Coldiretti che ricorda come, nonostante il maltempo e lo sciopero dei trasporti, il prezzo delle verdure sia sceso dell’8,7% e quello della frutta fresca del 2%. Mentre aumentano anche i prezzi del pane (+2,9%) e della pasta (+2,1%), ma il dato preoccupante è l’incremento del prezzo del gasolio per autotrasporto (+25,2%) e della benzina (+17,4%) che rischiano di determinare un effetto valanga sulla spesa in un Paese in cui l’88% dei trasporti avviene su gomma.
“Benzina, trasporti e logistica che incidono complessivamente per circa un terzo sui costi della frutta e verdura e solo nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – il caro gasolio ha provocato un aggravio di costi stimabile in 400 milioni di euro su base annua. A subire gli effetti del record nei prezzi è però l’intero sistema agroalimentare dove si stima che un pasto percorra in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole. Il maggior aggravio sono i prodotti importati che devono percorrere lunghe distanze prima di giungere a tavola. A causa di questi rincari il costo familiare per trasporti, combustibili ed energia elettrica ha superato quello per alimenti e bevande con il prezzo di un litro di benzina ha infatti scavalcato – conclude la Coldiretti – anche quello di un chilo di pasta e di un litro di latte fresco”.
A dare la colpa ai carburanti che “avvelenano” i listini alimentari, soprattutto quelli dei prodotti lavorati, è anche la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo cui i prezzi al dettaglio dei beni alimentari continuano a risentire dell’impennata del gasolio per l’autotrasporto. Purtroppo il risultato di questa “dipendenza” quasi totale dal trasporto su gomma per la distribuzione dei prodotti dal campo alla tavola è un nuovo rialzo dei listini sugli scaffali del supermercato: lo zucchero schizza su al +15,9%, il caffè a +16,5%, il pesce a +3,6%.
Incrementi dei prezzi che si traducono in minori quantità acquistate e nel ricorso sempre più “spinto” verso discount e promozioni commerciali, che interessa ormai quasi il 40% dei nuclei familiari italiani. Continuando così però – avverte la Cia – sarà impossibile rilanciare i consumi domestici, alla base della ripresa economica, e in primis quelli per la tavola, già in profondo rosso nel 2011 con un calo drastico del 2%.