
Inflazione e costo della vita, l'analisi delle associazioni dei consumatori (foto Pixabay)
Inflazione e costo della vita, l’analisi delle associazioni dei consumatori
Le associazioni dei consumatori richiamano l’attenzione sull’aumento dei prezzi dei beni alimentari e chiedono al governo di intervenire per tutelare le famiglie
I dati definitivi sull’inflazione, pubblicati oggi dall’Istat, preoccupano le associazioni dei consumatori. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta infatti dello 0,2% rispetto a gennaio 2025 e dell’1,6% rispetto a febbraio 2024 (da +1,5% del mese precedente). Il “carrello della spesa” sale da +1,7% a +2,0%.
Inflazione, aumenta la spesa per i beni alimentari
Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, i dati sono allarmanti: “prosegue la corsa dei prezzi, anche meno rispetto alla stima preliminare. Un’impennata che, su base tendenziale, prosegue ininterrottamente da settembre 2024, passando da 0,7% a 1,6%, più del doppio in appena 5 mesi. Una fiammata dovuta anche al caro bollette, contro le quali, purtroppo, il Governo è intervenuto tardivamente, non impedendo gli effetti nefasti sull’inflazione”.
“Se l’inflazione pari a +1,6% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 578 euro su base annua, è ancor più grave che ben 219 euro in più se ne vadano solo per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, la spesa obbligata per definizione, e addirittura 239 euro per il carrello della spesa. Una vera e propria stangata. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 528 euro, 194 euro sono soltanto per cibo e bevande, 214 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media, per una famiglia, mangiare e bere ora costa 152 euro in più, 166 euro per la spesa di tutti i giorni“, conclude Dona.
Secondo i calcoli del Codacons, l’aumento dell’inflazione – in termini di spesa e considerata la totalità dei consumi di una famiglia – “equivale ad un aggravio pari in media a +526 euro annui per la famiglia “tipo”, +716 euro per un nucleo con due figli“.
“I numeri dell’Istat certificano come l’emergenza energia abbia effetti a cascata sull’economia nazionale e sulle tasche delle famiglie – commenta il presidente Carlo Rienzi – Per questo consideriamo inadeguate le misure introdotte dal governo col recente decreto bollette, che non intervengono per contrastare le cause strutturali che fanno salire le tariffe di luce e gas e non risolvono il problema del caro-energia sul lungo periodo”.

E sul caro-bollette interviene anche Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, secondo cui “i dati dell’Istat evidenziano ancora una volta la necessità di intervenire sulle cause che scatenano il rialzo dei prezzi in Italia, a partire dal caro-energia, combattendo le speculazioni e tutelando la capacità di spesa degli italiani”.
“L’attuale incremento dei listini alimentari – commenta Melluso – porta la spesa annua degli italiani per cibi e bevande a salire complessivamente, a parità di consumi, di oltre 3,9 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, considerando la totalità delle famiglie e la loro spesa per l’alimentazione. Ad influire sui listini il caro-bollette, che pesa come un macigno sui costi di produzione con un effetto tsunami sull’inflazione in Italia, mentre gli stipendi dei cittadini rimangono al palo, con conseguenze sul potere d’acquisto delle famiglie”.
Le proposte di Federconsumatori
Anche secondo Federconsumatori “è necessario disporre sostegni e misure che diano ossigeno alle famiglie nei settori vitali, a partire da quello alimentare“. Secondo l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori le famiglie si trovano costrette a importanti rinunce, con una progressiva e sempre più grave riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); un taglio dei consumi di frutta e verdura (-2,4%); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+12,1%).
L’associazione chiede, quindi, interventi immediati: la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia); la promessa riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale); la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare; lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica; l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.
