autostrada messina-palermo

Il Tribunale di Messina ha riconosciuto due dirigenti del Consorzio Autostrade Siciliane penalmente responsabili per la morte di un giovane di 24 anni, avvenuta nel 2006 sull’autostrada Messina-Palermo, per aver omesso di garantire le condizioni di sicurezza stradale dove si è verificato l’incidente. Ne ha dato notizia Confconsumatori. L’associazione si era costituita parte civile nel processo dopo anni di denunce sulla pericolosità del tratto autostradale, teatro di numerosi incidenti stradali.
È stata dunque riconosciuta la responsabilità del Consorzio Autostrade Siciliane (Cas) che ha in concessione il tratto stradale incriminato. Nei giorni scorsi, innanzi al Giudice monocratico del Tribunale di Messina, si è infatti concluso il procedimento penale che ha visto imputati due dirigenti del Consorzio Autostrade Siciliane per il reato di omicidio colposo relativo alla morte di un giovane di 24 anni, deceduto nel 2006 a seguito di un incidente che ha coinvolto l’autoveicolo a bordo del quale viaggiava come passeggero. I dirigenti sono stati ritenuti penalmente responsabili per la morte del giovane, per aver omesso di garantire le condizioni di sicurezza stradale sull’autostrada A 20 Messina-Palermo.
Negli ultimi anni, ricorda Confconsumatori, sono stati numerosi gli incidenti mortali causati dalle precarie condizioni di manutenzione in cui versa il tratto in questione, di proprietà dell’ANAS ma affidato in concessione al CAS.
“La condanna dei due funzionari appare estremamente significativa – afferma il legale Confconsumatori Carmen Agnello – riconoscendo una responsabilità penale in capo a chi aveva, per il CAS, il compito di verificare la corretta collocazione e la manutenzione di adeguate barriere autostradali ed ha, invece, omesso di adempiere a tale obbligo. Non resta che augurarsi che ciò spinga il Consorzio Autostrade Siciliane ad una maggiore cura delle condizioni del tratto autostradale Me-Pa affinché vengano garantite agli utenti della strada le dovute condizioni di sicurezza”. La sentenza ha condannato i due funzionari a un anno di carcere. Viene inoltre disposto il risarcimento dei danni per la famiglia della vittima, con attribuzione di una provvisionale, e un risarcimento dei danni patiti dagli utenti della strada rappresentati da Confconsumatori, che si era costituita parte civile nel processo dopo anni di denunce della scarsa manutenzione della A20.


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