Lotta allo spreco e alla povertà per una crescita sostenibile che riveda i modelli di consumo del passato, basati su una frenesia consumistica non più sostenibile non solo per chi non arriva a fine mese, ma anche per tutti coloro che sono chiamati a consumare meno per consumare meglio e per garantire un futuro al pianeta. “Lottiamo per il pane e le rose”, è lo slogan con cui si è chiuso l’ultimo congresso Assoutenti. Furio Truzzi, confermato presidente, racconta i prossimi obiettivi dell’associazione. Al congresso confermati inoltre Mario Finzi come vicepresidente e Antonietta Boselli come segretario generale.
Il tema del congresso era “consumare meno, meglio, tutti”: è un manifesto per l’azione futura di Assoutenti. Quanto è legato alla crisi economica e alla mission che vi state dando?
Profondamente. Abbiamo appreso con piacere dell’esortazione apostolica di papa Francesco che coincide quasi integralmente con la nostra visione di lotta allo spreco e alla povertà per una crescita felice. Crediamo che da questa crisi economica non si possa uscire con le stesse proposte del passato. Vediamo un’Europa e un’Italia che arrancano e quindi per noi questo è uno slogan programmatico. Vuol dire puntare a una blu economy a rilascio zero, piuttosto che a un’ economia digitale al servizio della collettività, in particolare nei trasporti, nella sanità e nell’istruzione.
Durante il congresso avete posto l’attenzione sulla protezione costituzionale dei diritti del consumatore e proponete una correzione dell’articolo 3 della Costituzione quando fa riferimento ai lavoratori. (“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”). Ce lo spiega?
Noi abbiamo aderito alla manifestazione del 12 ottobre di Roma “La Costituzione via maestra”, quindi crediamo nella Costituzione repubblicana e nei diritti che questa protegge. La richiesta relativa all’articolo 3 è per dare il senso di un nuovo livello di diritti di cittadinanza, che non si svolge più solamente nei luoghi di lavoro ma nella società diffusa. Si parla di promozione della persona riferita ai lavoratori: noi crediamo che questa invece debba essere di tutti i cittadini e anche dei cittadini-consumatori-utenti che sono oggettivamente i più deboli sul mercato. I lavoratori godono della protezione sindacale e di una protezione nella storia ben più lunga di quella dei cittadini-consumatori-utenti. Noi parliamo di protezione costituzionale perché crediamo che i consumatori abbiano bisogno di un forte sostegno delle istituzioni per poter affermare i loro diritti, a partire dalle associazioni che li difendono. Pensiamo di tradurre questa ambizione, in questo mandato congressuale, partendo dalla necessità di una condivisione unitaria con le altre associazioni dei consumatori. Assoutenti crede molto nell’attività unitaria con le altre associazioni dei consumatori.
Uno dei punti chiave affrontati è rappresentato dal consumo critico e consapevole e dalla lotta agli sprechi. Quali azioni intraprenderete?
Abbiamo voluto al nostro congresso sia importanti aziende, come l’Eni, che si stanno impegnando nella lotta allo spreco energetico, sia gli amici di Last Minute Market che per primi hanno inaugurato in Italia una stagione importantissima di lotta allo spreco partendo dall’individuo. Questi sono esempi che vogliamo seguire e rafforzare. In termini pratici, il nostro obiettivo coincide con il prossimo semestre di presidenza italiana dell’Unione europea, ad esempio con l’organizzazione di una proposta di regolamento sui beni di largo consumo. Non sfugge a nessuno che esiste un livello di obsolescenza programmata, per cui un prodotto che in teoria dovrebbe durare anni, dopo poco si rompe e deve essere buttato via per intero, perché manca la logica del pezzo di ricambio. C’è uno spreco enorme non solo nel settore agroalimentare, cosa che devasta il pianeta perché le risorse da portare sulle nostre tavole implicano uno sfruttamento intensivo dell’agricoltura non più sopportabile, ma c’è anche nel settore della produzione dei beni, inesplorato e in ritardo da questo punto di vista. Speriamo di convincere le lobby industriali che non c’è solo la logica del profitto ma anche la logica di un giusto diritto ai consumi da parte di tutta la popolazione del pianeta.
Pensa che questa congiuntura economica di crisi sia più favorevole ad adottare comportamenti virtuosi e a ripensare i modelli di consumo del passato?
Assolutamente sì. Questa crisi non mette solo in moto condizioni negative che purtroppo aggravano la platea di coloro i quali non arrivano alla fine del mese. Per una parte dei consumatori consumare meno significa consumare peggio, ma per un’altra parte dei consumatori consumare meno significa eliminare, dalla tavola e non solo, una frenesia consumistica del passato di tipo compulsivo che buttava via risorse immani. Abbiamo chiuso il nostro congresso con uno slogan molto noto nella cultura dei movimenti di liberazione, quello del pane e le rose: crediamo in un’economia che non sia fatta solo di pane ma anche di rose, quindi di cultura, di servizi, di rispetto per l’ambiente e di rispetto della vita umana.
 
@sabrybergamini


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