Biotestamento, una battaglia di civiltà durata anni che forse oggi vedrà raggiunto un primo importante risultato positivo. Nella giornata di ieri, con un insolito asse di alleanza Pd-M5S, sono stati approvati i primi due articoli del Ddl. Fondamentali le modifiche apportate al primo articolo che introduce di fatto il diritto del malato a disporre secondo la sua volontà del proprio fine-vita. È stato infatti soppresso il sesto comma del art.1 in base al quale si prescriveva che “il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo non possono comportare l’abbandono terapeutico. Sono quindi sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l’erogazione delle cure palliative”. Ora invece è prevista la possibilità che il malato possa rifiutare l’idratazione e la nutrizione artificiali, equiparati a normali trattamenti sanitari.

Viene poi introdotta la “sedazione palliativa profonda, in associazione con la terapia del dolore”. Si intende evitare, perciò, un accanimento terapeutico nei confronti del malato: nessuna “ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure”, ma piena libertà di scelta al paziente, anche prima della malattia.

Il testo della proposta di legge infatti prevede che “ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento (DAT), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Può altresì indicare una persona di sua fiducia (fiduciario) che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie”.

Per i medici, resta il diritto di rifiutarsi a “staccare la spina”. Nel testo infatti è precisato che di fronte al rifiuto delle cure da parte del paziente, il medico “non ha obblighi professionali”. In pratica, è prevista la possibilità che il medico possa rifiutarsi di sospendere i trattamenti sanitari. Il paziente potrà quindi rivolgersi ad un altro medico presente nella struttura.

Questa possibilità varrà indistintamente per tutte le strutture, incluse quelle private e/o cattoliche. Non si potranno perciò chiedere esoneri all’applicazione del biotestamento “non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi”.


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