Ferrovie, Antitrust: FS ha ostacolato Arenaways
Il Gruppo Ferrovie dello Stato ha abusato della propria posizione dominante per ostacolare l’ingresso della società Arenaways nel trasporto ferroviario passeggeri. Lo ha stabilito l’Autorità Antitrust che ha diffidato il Gruppo dal mettere in atto comportamenti analoghi per il futuro, che mettono a rischio l’apertura del mercato. Nonostante la gravità dei comportamenti tenuti dal Gruppo, l’Antitrust ha deciso sanzioni solo per 300 mila euro, “tenendo conto della novità del quadro normativo nel quale si sono inseriti i comportamenti”.
Il caso era scoppiato con l’ingresso sul mercato ferroviario italiano di Arenaways che è stata la prima azienda a fare concorrenza a Ferrovie dello Stato. I primi treni di Arenaways sono partiti a novembre 2010 sulla tratta Torino-Milano; ma l’avventura è durata pochi mesi: già ad agosto 2011 il Tribunale di Torino ha dichiarato il fallimento della società. Molti mesi prima, però, sia Arenaways sia alcune Associazioni dei consumatori hanno contestato comportamenti dilatori da parte di FS contro l’ingresso della nuova società sul mercato. Arenaways vorrebbe ora tornare sui binari – si legge sul suo sito – sulle linee notturne Torino-Reggio Calabria e Torino-Bari.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 25 luglio 2012, ha dunque deliberato – si legge in una nota – che “FS, attraverso le società controllate RFI e Trenitalia, ha messo in atto una complessa e unitaria strategia finalizzata a ostacolare e, di fatto, impedire, l’ingresso della società Arenaways sul mercato del trasporto ferroviario passeggeri. L’Autorità ha diffidato il gruppo dal mettere in atto in futuro comportamenti analoghi, che mettono a rischio ogni tentativo di apertura del mercato”.
Comportamenti gravi, ma il Collegio “tenuto conto della novità del quadro normativo all’interno del quale l’ex monopolista ha messo in atto i comportamenti stessi, ha deciso di infliggere al gruppo sanzioni per complessivi 300mila euro. L’abuso – spiega l’Antitrust – è stato commesso in un contesto assolutamente peculiare caratterizzato dall’entrata in vigore, tra il 2009 e il 2010, della normativa finalizzata a contemperare le esigenze di liberalizzazione del trasporto ferroviario passeggeri e il mantenimento dell’equilibrio economico dei contratti di servizio stipulati per la prestazione dei servizi sussidiati: la decisione dell’URSF (l’Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari istituito per gestire i rapporti tra il gestore della rete e le imprese ferroviarie) di negare ad Arenaways le fermate intermedie, perché avrebbero compromesso l’equilibrio dei contratti di servizio, è stata infatti il primo provvedimento emanato in materia dal regolatore”.
In particolare, spiega l’Antitrust, l’obiettivo di impedire l’attività di Arenaways sulla tratta Torino-Milano è stata attuata da FS attraverso le proprie controllate. Una riguarda il fatto che RFI, società che gestisce la rete ferroviaria, “ha adottato comportamenti dilatori rispetto alla richiesta di assegnazione delle tracce avanzata da Arenaways, che hanno portato a un ritardo di oltre 18 mesi nel consentire l’accesso a un’infrastruttura essenziale. Le tracce richieste per la prima volta nell’aprile 2008 sono state ottenute da Arenaways solo a novembre 2010, peraltro senza fermate intermedie, sulla base della decisione dell’URSF”. Per questa infrazione l’Autorità ha deciso di irrogare in solido, alle società Ferrovie dello Stato e RFI una sanzione di 100mila euro.
Inoltre Trenitalia ha fornito a URSF “una rappresentazione dei fatti non corretta per orientare la decisione del regolatore a proprio favore, organizzando le informazioni in modo tale da alterare l’analisi di compromissione dell’equilibrio finanziario, e portare così ad una decisione di diniego della possibilità di effettuare fermate intermedie fra Milano e Torino”. Trenitalia ha poi ampliato e modulato l’offerta in modo da sovrapporsi, con orari e percorsi, ai servizi che Arenaways voleva prestare. Questo comportamento è stato multato con una sanzione in solido a Ferrovie e Trenitalia di 200.000 euro.