
Eurispes, Rapporto Italia 2014: un italiano su 3 non arriva a fine mese
Un terzo degli italiani non arriva a fine mese con le proprie entrate e la metà di quelli che ce la fanno utilizza i propri risparmi perché lo stipendio non basta. Tentare di mettere qualcosa da parte è praticamente impossibile per 3 italiani su 4. Il 29,1% ha difficoltà a pagare le rate del mutuo per la casa e il 26,8% non riesce a pagare l’affitto. E’ la drammatica fotografia scattata dall’Eurispes nel suo Rapporto Italia 2014.
Ma i dati, sottolinea l’Eurispes nel Rapporto, potrebbero essere ancora peggiori visto che nel corso dell’indagine, condotta a cavallo tra dicembre e gennaio, si è “registrato un tasso di non risposta decisamente alto (12%)”. Infatti, spiega, ”sono in molti ormai ad essere colpiti dalla cosiddetta sindrome della quarta, quando non della terza, settimana”. Un italiano su 4 ha avuto necessità di ricorrere ad un prestito bancario nell’ultimo triennio, con il numero maggiore di prestiti erogati che va da 1.000 a 10.000 euro (il 31%).
Aumenta il sentimento di pessimismo nell’intera popolazione: l’88,1% degli italiani ritiene che la condizione economica del Paese negli ultimo anno sia ”totalmente o parzialmente peggiorata”. La quota di chi ha riscontrato un deterioramento della situazione è salita di 8,1 punti percentuali sul 2012.
La perdita del potere d’acquisto è una realtà per 7 italiani su 10. Anche chi ha un lavoro non si ritiene soddisfatto: il 74,3% dei lavoratori italiani si sente ”stressato”; il 14,2% è stato vittima di mobbing, il 75,6% non si sente sicuro del proprio posto, il 63,4% non può fare progetti per il futuro. Sarebbe disposto a trasferirsi all’estero per lavoro ben il 36,3%.
La crisi si vede anche sulle tavole degli italiani che negli ultimi 5 anni hanno ridotto gli acquisti di prodotti alimentari del 10%, pari a 20 miliardi di euro in meno. Nel carrello della spesa, sottolinea Eurispes, la pasta è aumentata dallo 0,58% allo 0,61%, tornando al centro dei consumi degli italiani come nei difficili anni del Dopoguerra. E per oltre 10 milioni di italiani la pasta viene messa in tavola tutti i giorni. Addirittura gli sprechi alimentari si sono ridotti dal 30% al 7%.
Eloquente il capitolo sul gioco: sono sempre di più gli italiani che si avvicinano al gioco, o per puro divertimento (34,5%) o per cercare momenti di emozione (12,1%), ma soprattutto perché si è attratti dalle vincite in denaro (il 32,7% spera di ottenere una grossa vincita, il 15,6% punta a beneficiare di risorse economiche in modo facile), ma ci si limita a puntare pochi soldi (per lo più tra 1 e 10 euro).
Esiste però un 10,1% di giocatori, soprattutto uomini (12,8% contro il 6,5% delle donne), che ammette di averne persi molti. gli italiani che giocano sperando di vincere grandi somme di denaro sono aumentati, passando dal 25,4% al 32,7%. Il Gratta e vinci è il più gettonato di chi tenta la fortuna. Il 31,8% ci gioca almeno una volta l’anno, il 21,3% qualche volta al mese, il 10,5% spesso e il 3,9% anche più di una volta a settimana. Al secondo posto c’è il Lotto (26% una volta all’anno; 16,7% una al mese; 10,9% una a settimana); piace anche il SuperEnalotto (21,3% una volta al mese, 19,8% una all’anno, 10% spesso; 3,9% più volte a settimana). Per quanto riguarda le Slot, il 25,2% è un frequentatore abituale o ci ha giocato almeno una volta. In generale, il 18,2% dei giocatori qualche volta ha chiesto soldi in prestito per giocare, il 4,7% quasi mai. E per far fronte alle ludopatie, difficilmente si ricorre all’aiuto di personale specializzato: nel 52,9% dei casi si sceglie di affrontare il problema in maniera empirica autonomamente. Infine, il 30,3% degli intervistati dichiara di conoscere persone che frequentano le sale Slot e il 26,4% conosce persone che si sono indebitate per giocare alle Slot.
I dati sull’impoverimento delle famiglie italiane diffusi oggi dall’Eurispes, non stupiscono le Associazioni dei consumatori che da tempo denunciano la situazione. Secondo Federconsumatori e Adusbef, però, nessuno si è finora degnato di intervenire concretamente e con determinazione per arginare questa pericolosa tendenza.
“Un dato su tutti esemplifica la grave difficoltà in cui si trovano le famiglie: la diminuzione dei consumi alimentari e la modifica dei menu sulle tavole degli italiani, sempre più poveri di carne e pesce e sempre più ricchi di carboidrati. Solo nel 2013, una famiglia composta da 3 persone ha ridotto mediamente la propria spesa alimentare di 309 Euro annui (oltre metà di quanto tale famiglia spende per l’alimentazione in un mese). Per leggere questo dato in tutta la sua serietà bisogna tenere a mente che la domanda relativa al settore agroalimentare è tradizionalmente considerata anelastica, in genere è l’ultimo comparto ad essere intaccato in una situazione di crisi.
“Bisogna agire con urgenza per avviare un rilancio della domanda di mercato, in assenza del quale l’intero sistema economico italiano continuerà a risentire degli effetti drammatici dell’inarrestabile contrazione dei consumi – dichiarano i presidenti delle due Associazioni Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – In questo senso è necessario che il Governo si impegni concretamente per la realizzazione di un piano di crescita per l’occupazione, in particolar modo quella giovanile, nonché per l’avvio di una detassazione a favore delle famiglie a reddito fisso. Tutte le risorse ricavate attraverso la lotta agli sprechi, alle inefficienze ed ai privilegi ed attraverso il contrasto all’evasione fiscale dovranno essere vincolate a tali scopi”.
