Diritti dei consumatori nell’UE? Pagella da migliorare
Ancora oggi soltanto il 35% degli europei ha fiducia negli acquisti online transfrontalieri (ovvero da venditori di altri Paesi UE) e 7 consumatori su 10 non sanno come comportarsi se ricevono prodotti che non hanno ordinato. Purtroppo la pagella sulle condizioni dei consumatori pubblicata oggi dalla Commissione Europea non presenta grandi voti.
C’è bisogno di nuovi incentivi per riportare la fiducia dei consumatori, sia negli acquisti online che offline, ai livelli della sufficienza. In aumento i ricorsi.
Dal quadro di valutazione, che periodicamente verifica l’integrarsi del mercato interno al dettaglio della UE dal punto di vista del consumatore e controlla la qualità dei contesti nazionali in cui si trovano i consumatori, emerge anche una significativa differenza nella protezione dei diritti dei consumatori da un paese all’altro. Per la prima volta, nella valutazione, è stata inclusa la Croazia, insieme agli altri 27 Stati membri, all’Islanda e alla Norvegia. Un’altra innovazione introdotta quest’anno è la ripartizione sociodemografica dei risultati, in conformità a quanto richiesto dal Parlamento europeo.
“Sono stati fatti dei progressi, soprattutto nella diffusione del commercio elettronico, ma sono necessari miglioramenti in altri campi – ha commentato Neven Mimica, commissario europeo per la politica dei consumatori – Il quadro di valutazione indica su quali aspetti dovremmo concentrarci. È la nostra finestra sul mercato. I risultati che da essa emergono influiranno sulle mie future iniziative come l’istituzione della piattaforma per la risoluzione online delle controversie o una migliore applicazione delle norme contro le pratiche commerciali sleali”.
Ecco i principali risultati della pagella:
- il commercio elettronico è in crescita, soprattutto sul mercato interno. La quota di consumatori che usano il commercio elettronico a livello nazionale è aumentata dal 38% al 41% rispetto a un aumento dal 9,6% all’11% degli acquisti transfrontalieri. I consumatori hanno molta meno fiducia negli acquisti online effettuati presso venditori di altri paesi UE che in quelli effettuati all’interno (35% contro il 59%). Tra le possibili ragioni: l’impossibilità di effettuare un acquisto perché, ad esempio, non esistono possibilità di consegna nel paese del consumatore o perché il venditore online non accetta carte di pagamento estere. Sono ostacoli notevoli per gli acquisti transfrontalieri online. La Commissione ha cercato di valorizzare il potenziale del commercio elettronico, creando un ambiente favorevole ai consumatori. La nuova legislazione sulla risoluzione delle controversie online consentirà ai consumatori che acquistano sul mercato nazionale e in altri paesi della UE di risolvere le loro controversie con i commercianti in modo più rapido e meno costoso, senza ricorrere a un tribunale. La direttiva sui diritti dei consumatori, che da giugno 2014 verrà applicata in tutti gli Stati membri, armonizza, tra l’altro, le norme di restituzione dei prodotti nelle vendite a distanza. La Commissione sta lavorando per migliorare la qualità degli strumenti di confronto online e aiutare i consumatori a scegliere le offerte migliori grazie ai confronti transfrontalieri.
- Le condizioni dei consumatori variano notevolmente all’interno della UE. La percentuale dei consumatori che si sente tutelata in modo adeguato dalle misure vigenti varia dal 18% al 76%. In genere, le condizioni dei consumatori sembrano essere più favorevoli nell’Europa settentrionale e occidentale. La maggior parte dei paesi che hanno aderito alla UE dopo il 2004 hanno visto migliorare le condizioni dei loro consumatori negli ultimi 3 esercizi di valutazione. I miglioramenti potrebbero essere collegati alle campagne d’informazione della UE condotte in tali paesi. Una campagna analoga sarà lanciata in Croazia nel 2014.
- Esistono anche forti differenze sociodemografiche. Anziani, rispondenti con grado di istruzione basso, disoccupati, operai e consumatori che non hanno un collegamento Internet a casa sono tra coloro che meno beneficiano dei loro diritti e delle opportunità disponibili. La Commissione si è sforzata di affrontare questi problemi, tra l’altro con uno studio di prossima pubblicazione sulla vulnerabilità dei consumatori nei mercati più importanti. Esso mira a individuare i fattori che determinano la vulnerabilità, come le caratteristiche sociodemografiche e proporrà anche migliori strumenti di ricerca per studiare i meccanismi di vulnerabilità.
- Persistono le pratiche commerciali illecite. Secondo consumatori e venditori, negli ultimi 4 anni non è avvenuta alcuna evidente diminuzione del livello delle pratiche commerciali illegali. Oltre il 50% dei consumatori dichiara che è divenuto più probabile imbattersi in tali pratiche su Internet. Basandosi sul Vertice europeo dei consumatori del 2013, la Commissione sta cercando il modo migliore per estendere l’applicazione della legislazione sui diritti economici dei consumatori. Per rilanciare l’efficacia della cooperazione tra autorità nazionali, si terrà una consultazione pubblica a settembre 2013 quando sarà riesaminato il regolamento che disciplina tale cooperazione.
- La conoscenza dei diritti dei consumatori resta a un livello preoccupante. 7 consumatori su 10 non sanno cosa fare quando ricevono prodotti che non hanno ordinato e meno di un terzo dei venditori conoscono le norme sul periodo di tempo a disposizione dei consumatori per restituire prodotti difettosi da riparare. Per colmare le lacune degli adolescenti nel campo dell’educazione al consumo, la Commissione ha sviluppato un sito web interattivo per insegnanti — “Consumer Classroom”. Sarà inoltre lanciata a livello UE una campagna sui diritti dei consumatori, destinata sia ai consumatori che alle imprese, nel quadro dell’anno europeo dei cittadini. La Commissione avvierà anche uno studio sulle garanzie in determinati mercati di consumo, per verificare se la normativa sia applicata in modo coerente in tutta la UE.
- Aumentano gli acquisti “verdi”. Secondo 4 consumatori su 10, l’impatto ambientale di un bene o di un servizio ha influenzato il loro acquisto. Tra i motivi per evitare gli acquisti verdi vengono citati la mancanza di informazioni pertinenti, il prezzo elevato e la diffidenza nei confronti delle diciture sul rispetto dell’ambiente. La Commissione sta lavorando con le parti interessate per aiutare i consumatori a fare scelte verdi informate. Essa attende che le parti interessate elaborino una relazione contenente,in particolare, raccomandazioni specifiche nel campo delle dichiarazioni ambientali.