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Un milione di vittime ogni giorno e oltre 380 miliardi di dollari di profitti. Sono i numeri del cybercrime, che ormai è più che organizzato. Usi illeciti di carte di credito e coordinate bancarie sono le frodi online più comuni, ma ci sono anche furti di identità e reati di pedopornografia. Per contrastare il cybercrime e proteggere i consumatori che oggi fanno molte operazioni in rete la Commissione UE ha proposto di istituire un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica.
Il Centro sarà istituito presso Europol, l’Ufficio europeo di polizia con sede all’Aia, nei Paesi Bassi; sarà operativo da gennaio prossimo e costituirà il punto di riferimento europeo per la lotta alla criminalità informatica, concentrandosi sulle attività illegali svolte da gruppi della criminalità organizzata. Gli esperti dell’Unione Europea cercheranno di prevenire reati sulle operazioni di e-banking e sulle prenotazioni online, aumentando così la fiducia dei consumatori nei servizi in rete.
Maggior protezione anche per i profili dei social network dalle infiltrazioni criminali; il Centro contribuirà a contrastare i furti di identità online e si occuperà anche dei reati informatici che causano gravi danni alle vittime, quali lo sfruttamento sessuale dei minori online e gli attacchi informatici contro le infrastrutture nevralgiche e i sistemi d’informazione dell’Europa.
“Milioni di cittadini europei utilizzano Internet per usufruire dei servizi di e-banking, acquistare online, programmare una vacanza o rimanere in contatto con familiari e amici attraverso i social network. Il tempo che trascorriamo online ogni giorno aumenta e la criminalità si adegua: nessuno è al riparo dai reati informatici – ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni– Non possiamo consentire ai criminali informatici di interferire nel nostro uso quotidiano delle tecnologie digitali. Un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica presso Europol diventerà un nodo di cooperazione per la difesa di uno spazio virtuale libero, aperto e sicuro”.
Secondo i dati Eurostat, nel 2011 quasi tre quarti (il 73%) delle famiglie europee aveva accesso a Internet dalla propria abitazione e nel 2010 oltre un terzo dei cittadini dell’UE (il 36%) ha effettuato operazioni bancarie online. L’80% dei giovani europei sono collegati attraverso le reti sociali online e ogni anno vengono scambiati a livello mondiale circa 8.000 miliardi di dollari nel commercio elettronico.
Oggi, addirittura, è possibile acquistare con un solo euro i dati di una carta di credito, con 140 euro una carta di credito contraffatta e con appena 60 euro si possono ottenere le coordinate bancarie. Inoltre, ogni giorno vengono bloccati fino a 600.000 account di Facebook a seguito di vari tentativi di accesso abusivo e nel 2009 oltre 6 700 000 computer sono stati infettati da applicazioni maligne.
Il Centro avrà tra le mansioni principali quella di segnalare agli Stati membri le principali minacce della criminalità informatica, allertandoli sulle rispettive carenze di difesa online; di individuare le reti organizzate dei criminali informatici e i più pericolosi autori di reati informatici e fornire sostegno operativo alle indagini, tramite assistenza e squadre investigative comuni.
Per far questo il Centro raccoglierà informazioni provenienti da molteplici fonti: open source, industria privata, organismi di polizia e circoli accademici. Fungerà anche da base di conoscenze per la polizia nazionale negli Stati membri e potrà rispondere ai quesiti posti da inquirenti, magistrati e giudici così come dal settore privato su specifici aspetti tecnici e scientifici. Sarà una piattaforma di dialogo anche per le imprese di IT, altre società del settore privato, la comunità della ricerca, le associazioni di consumatori e le organizzazioni della società civile.


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