Continuano i dati negativi per l’Italia che testimoniano quanto sia ancora lontana l’uscita dalla crisi. Il 2013 è iniziato con un forte calo del commercio al dettaglio: l’Istat ha registrato – 3% delle vendite su gennaio 2012 e – 3,3% degli ordinativi dell’industria, di cui crolla anche il fatturato. In calo le vendite degli alimentari (-0,6%) anche nei discount (-0,2% su base annua). La protesta delle Associazioni dei consumatori.
Il crollo delle vendite coinvolge quindi tutte le forme di distribuzione: rispetto a gennaio 2012 si registra un calo del 2,3% per la grande distribuzione e del 3,5% per le imprese operanti su piccole superfici.
Consumatori in allarme.
Secondo Federconsumatori e Adusbef i dati dell’Istat sono ancora troppo sottostimati e, in assenza di interventi mirati, la contrazione dei consumi per il biennio 2012-2013 si avvicinerà al -7%, che equivale a quasi 50 miliardi di euro in meno sul mercato. Situazione drammatica per le famiglie italiane, ma anche per l’intera economia del Paese.
Le Associazioni rilanciano le 3 operazioni urgenti per restituire ossigeno alla nostra economia:  pagamento dei debiti alle imprese, allentamento del patto di stabilità con gli enti locali (per dare possibilità di intervento soprattutto con pratiche di manutenzione, sicurezza ed edilizia), vendita del 15% delle riserve auree.
Secondo il Codacons il quadro drammatico si completa con i dati sull’inflazione che a gennaio, per i prodotti alimentari, era del 3,1%. Le vendite dei  prodotti alimentari  sono ormai in caduta libera dal 2007 e se nei primi anni si poteva pensare ad una riduzione degli sprechi ora la tesi non regge più. “Il crollo delle vendite degli ipermercati, nonostante le offerte promozionali e le vendite sottocosto, e quello dei discount, dimostrano che la discesa delle vendite alimentari è ormai complessiva e strutturale e non dipende più da uno spostamento dei consumatori tra una tipologia di esercizio e l’altra, alla ricerca dei prezzi più convenienti. Insomma, gli italiani mangiano meno”.
A tutto questo si aggiunge l’elevata pressione fiscale, che potrebbe addirittura aumentare nei prossimi mesi: dall’aggiornamento del Def, documento di programmazione economica e finanziaria che dovrà essere approvato entro il 10 aprile, si apprende che nel 2013 la pressione fiscale dovrebbe toccare il 44,4%, con un aumento dell’1,8% negli ultimi due anni. “Per gli italiani insomma si profila un cupo scenario costituito dall’aumento di crisi e tasse e dal calo di soldi e lavoro – scrive il Codici in una nota – In Italia, infatti, soprattutto negli ultimi tre mesi è salita al 15% la popolazione in difficoltà economica (dati Ue)”.
Sempre secondo i dati del Def, la disoccupazione quest’anno arriverà all’11,6%, e secondo le stime salirà all’11,8% nel 2014. I consumi scenderanno ancora dell’1,7% quest’anno, per poi tornare a salire dell’1,4% nel 2014.
L’Associazione lancia una petizione popolare per chiedere a Governo e Parlamento di rivedere il sistema di riscossione dei tributi: “In questa situazione drammatica per la popolazione italiana un’agenzia di riscossione debiti come Equitalia non fa altro che peggiorare le cose – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – Per questo motivo il Codici ha dato avvio alla petizione popolare al Parlamento e al Governo per la revisione del sistema di riscossione tributi. Tale revisione è necessaria in conseguenza delle criticità riguardanti il meccanismo degli interessi e le problematiche riguardanti la trasparenza delle cartelle e gli importi del debito”.
Per aderire alla petizione è possibile compilare i moduli disponibili sul sito del Codici www.codici.org. Per avere maggior informazioni, anche sulla Campagna dell’associazione Sos Debiti, Difenditi da Equitalia, è possibile contattare lo Sportello Legale sito in via A. Einstein 34, Roma, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 09:00 alle ore 13 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00. Tel. 06-5571996; fax 06-55308791; e-mail ricorsiequitalia@codici.org.


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