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Quanto è accaduto venerdì 13 gennaio alla Costa Concordia, la nave da crociera che si è incagliata a pochi metri dall’Isola del Giglio, è una brutta pagina per la marina mercantile italiana che coinvolge tutti i passeggeri che erano a bordo e non solo. Così in una nota Confconsumatori che, pur nel rispetto dell’ansia e del dolore del momento, ritiene doveroso porre l’accento sulle responsabilità dell’accaduto e sui risarcimenti a quanti hanno subito danni, morali e materiali, a seguito del naufragio.
“Qualora fossero confermate le ipotesi di reato, a carico di soggetti responsabili dell’evento, e si giunga ad un processo Confconsumatori annuncia sin da ora la propria volontà di costituirsi parte civile perché il danno procurato da eventuali condotte illecite, non è solo diretto alle migliaia di turisti coinvolti ma colpisce la credibilità del turismo e della marina italiana” spiega in una nota l’Associazione che fornirà, in caso di processo penale, assistenza a tutti coloro i quali vorranno costituirsi parte civile per ottenere il ristoro del danno morale oltre che di quello patrimoniale.
Confconsumatori insieme a Federconsumatori, Movimento Consumatori, Sportello del consumatore, Altroconsumo, Assoutenti, Movimento Difesa del Cittadino e La Casa del Consumatoreha costituito un Comitato e intende chiedere un incontro urgente al direttore generale di Costa Crociere per concordare procedure semplici e trasparenti per risarcire e indennizzare i passeggeri. (Per informazioni, consigli e per aderire al Comitato potete chiamare il numero verde 800.168.566 o scrivere al Comitato alla mail ctv@casadelconsumatore.it). Già domani alcune Associazioni incontreranno, presso la sede di Confindustria, l’Associazione dei Tour Operator ASTOI alla quale chiederanno di mettere in campo un percorso di lavoro tra le Associazioni che rappresentano i diritti dei cittadini, in questo caso dei passeggeri, e Costa Crociere, al fine di perseguire modalità  certe e tempestive  di rimborsi e risarcimenti.
Aldilà di questa auspicabile risoluzione della questione, Federconsumatori in una guida spiega le modalità per chiedere il risarcimento e distingue le procedure a seconda che si tratti di chi era imbarcato e chi sarebbe dovuto partire: per coloro che sono rimasti coinvolti direttamente, essi hanno diritto certamente, oltre il rimborso di quanto pagato, al risarcimento del danno patrimoniale per le cose personali andate distrutte, oltre alle spese sostenute per rientro, assistenza, ecc. Inoltre, essi hanno diritto al risarcimento del danno alla persona, se feriti e in proporzione alla prognosi ricevuta, e, in oggi caso, anche in assenza di danno fisico, al danno da vacanza rovinata come danno esistenziale (ex danno morale). Quanto alla forma per richiedere il risarcimento, la legge prevederebbe il termine di 10 giorni e l’uso della raccomandata (o mezzo equivalente a dare certezza): se si rispettano questi termini e forme si è al sicuro da ogni contestazione. Ad ogni modo, la notorietà del fatto è tale che riteniamo che, ove si fosse nell’impossibilità di rispettare il termine, comunque non si produrrebbe decadenza, anche ammesso e non concesso che il termine abbia effettivamente questa natura (cosa discutibile e non certa in dottrina e giurisprudenza).
Per coloro che sarebbero dovuti partire con la Costa Concordia più avanti, è evidente la sopravvenuta impossibilità del TO di fornire il servizio. Essi hanno diritto ad un viaggio alternativo di valore superiore (senza supplemento) o uguale od ancora di valore inferiore previo rimborso della differenza; in alternativa, se non accettano le soluzioni proposte, essi hanno diritto al rimborso del viaggio senza penali. (Per informazioni è attivo lo Sportello SOS Turista dal lunedì al sabato dalle 9 alle 14 allo 059.2033430, fax 059.2033434, mail info@sosvacanze.it)
Secondo Altroconsumo “I limiti previsti dalla legge oltre che dallo stesso contratto di viaggio della Costa Crociere sono: danni alla persona 500.000 euro; danni alle cose 20.000 euro; altri danni 50.000 euro. I passeggeri devono provare l’entità del danno, in particolare alla persona e alle cose. Oltre a conservare il contratto di viaggio, bisogna raccogliere tutta la documentazione possibile relativa alle eventuali lesioni subite (certificati medici) e ai beni persi o danneggiati (scontrini fiscali, fotografie, testimonianze). Il diritto al risarcimento dei danni alla persona si prescrive in 3 anni, per i danni a cose in un anno”.
Intanto il Codacons che ha lanciato la raccolta delle adesioni per una class action, annuncia che sono 70 i passeggeri della Concordia che hanno aderito all’azione: ” Il nostro obiettivo è quello di far ottenere a ciascun passeggero un indennizzo pari ad almeno 10mila euro, per i danni materiali subiti e per quelli morali, come il terrore patito, la vacanza rovinata e i gravi rischi corsi” spiega il presidente Carlo Rienzi. Sul sito internet www.codacons.it – attraverso il quale vengono raccolte le adesioni alla class action – l’associazione ha pubblicato inoltre oggi una guida sintetica che i passeggeri della Costa Concordia possono utilizzare per far valere al meglio i propri diritti.
Al dramma delle vittime si accompagna, anche, un grave rischio ambientale, i cui ingenti costi economici dovranno essere fatti pagare da chi risulterà responsabile di tale disastro, evitando che vengano scaricati sulla collettività. “La nave contiene migliaia di tonnellate di carburante e, verosimilmente, tonnellate di altre sostanze pericolose come lubrificanti, vernici, sostanze clorurate e amianto” spiega Greenpeace che chiede “venga messo a punto e attuato con urgenza un piano che preveda subito lo svuotamento delle cisterne di carburante della nave e quindi la rimozione della medesima. Lo svuotamento delle cisterne, che potrebbe essere complicato se il carburante – a causa delle basse temperature – avesse assunto una consistenza semi-solida, deve essere avviato immediatamente, prima che eventuali mareggiate infliggano danni strutturali al relitto, causando la dispersione del carburante”.


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