Certificazione verde Covid-19, istruzioni per l'uso nelle FAQ del Governo

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Il turismo ha paura. Le vacanze di Pasqua sono dietro l’angolo e si teme siano già compromesse. Poi ci sono le vacanze estive. E l’onda lunga delle disdette e delle prenotazioni cancellate potrebbe continuare. Secondo Federturismo Confindustria, il coronavirus ha già messo in ginocchio l’industria italiana del turismo. Per Federalberghi «la situazione è precipitata». Per Assoturismo Confesercenti «neanche l’11 settembre aveva inciso così pesantemente».

Le sigle che si occupano di turismo sono in allarme. Non ci sono solo le misure di prevenzione previste da molti paesi nei confronti di chi viaggia dall’Italia ma anche un fioccar di disdette che ad esempio, solo a Roma, denuncia picchi di cancellazione del 90% delle prenotazioni.

 

donna davanti a panorama
Coronavirus, è caos nei viaggi

 

Assoturismo: panico da coronavirus, crisi senza precedenti per il turismo

«Il panico da coronavirus sta causando una crisi senza precedenti per il turismo italiano – dice Assoturismo Confesercenti – In meno di una settimana dall’esplosione dell’allarme, alberghi, b&b e agenzie di viaggio hanno già visto andare in fumo 200 milioni di euro di prenotazioni per il mese di marzo. Bisogna urgentemente lavorare per arrivare ad una normalizzazione: se continua così, il settore – che vale il 13% circa del Pil italiano – rischia di affondare».

La cifra data da Assoturismo riguarda solo il valore dei viaggi cancellati e non comprende tutta la mancata spesa dei turisti, che avrà pesanti ricadute sui trasporti, sui bar, sulle attività commerciali. Le disdette non riguardano solo i focolai ma si stanno estendendo a tutta Italia.

«Ad essere investite dalle disdette – aggiunge Assoturismo – non sono solo le attività ricettive delle regioni interessate dai focolai: a Roma si registrano picchi di cancellazioni del 90% delle prenotazioni, dell’80% in Sicilia. Ad incidere lo stop alle gite, alla convegnistica e agli eventi; ma pesano anche le cancellazioni che arrivano dai viaggiatori stranieri. Che incidono soprattutto nelle città d’arte, dove i turisti provenienti dall’estero costituiscono circa la metà dei flussi complessivi».

L’allarme è alto e si teme la chiusura di tantissime attività, soprattutto le più piccole. Dice Vittorio Messina, Presidente nazionale di Assoturismo: «Nella storia recente, il turismo italiano non ha mai vissuto una crisi come questa: è il momento più buio, neanche l’11 settembre aveva inciso così pesantemente. Il comparto è già in zona rossa, e come tale va trattato».

«La proposta di un tax credit per le attività colpite può andare bene, ma gli importi devono essere adeguati alla gravità del momento: le mezze misure, in questo frangente così critico, non servono a niente. Anche la sospensione dei pagamenti va estesa – prosegue Messina – Dobbiamo prepararci ad offrire sostegni più incisivi, in caso la crisi dovesse continuare. Migliaia di imprese aspettano con il fiato sospeso un sostegno per non crollare. Dobbiamo assolutamente trovare soluzioni percorribili. La nostra proposta è di istituire un fondo speciale finanziato anche con risorse europee: dai nostri partner ci aspettiamo solidarietà, è indispensabile per ridimensionare l’emergenza».

 

mappa e documenti di viaggio
Coronavirus, i Consumatori chiedono intervento delle istituzioni

 

Federturismo: industria del turismo in ginocchio

Federturismo Confindustria già il 24 febbraio ha chiesto lo stato di crisi per il settore. «Le ultime gravi notizie relative alla diffusione del Coronavirus nel nostro Paese hanno messo in ginocchio l’industria del turismo italiano».

«Le stime più prudenti prima della diffusione parlavano di una perdita di 5 miliardi di euro – ha detto la Vice Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – ma adesso ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l’impatto a causa della drammatica evoluzione in corso. Anche nel caso di una rapida soluzione del problema per il nostro settore la stagione è compromessa: oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell’anno. Alla luce di questi recenti sviluppi e a nome di un comparto che rappresenta il 10% del PIL e oltre 4 milioni di lavoratori abbiamo scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte chiedendo lo stato di crisi per il settore del turismo e di attivare tutte le misure di supporto a tutela dei posti di lavoro e della vita stessa delle nostre imprese».

Federalberghi: non ha senso annullare il viaggio di Pasqua

Un grido d’allarme è arrivato anche Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che all’Ansa ha dichiarato che «in pochissimo tempo la situazione è precipitata».

«Oggi siamo nell’occhio del ciclone e il danno d’immagine si è già trasformato in danno economico – ha detto Bocca – La posta in gioco è molto alta. Basti considerare che durante i mesi di febbraio e marzo gli esercizi ricettivi italiani ospitano 14,5 milioni di turisti italiani e stranieri, per quasi 40 milioni di pernottamenti. Al contrario di quel che si potrebbe credere, non siamo in bassa stagione: per alcune aree del Paese, questo è un periodo di intensa attività. Penso ad esempio al carnevale, alle settimane bianche, alle gite scolastiche e ad importanti manifestazioni fieristiche».

Il presidente di Federalberghi è poi intervenuto, sempre con l’Ansa, sul tema cancellazioni e sui rimborsi, uno degli argomenti sollevati in questi giorni da parte di chi si trova costretto a cancellare un viaggio o una prenotazione.

«Solo in un numero limitato di casi il cliente ha diritto al rimborso di quanto già pagato che scatta solo nell’ipotesi di effettiva impossibilità sopravvenuta (es. albergo ubicato in uno dei comuni in quarantena, cliente residente in uno dei comuni in quarantena, soggiorno prenotato per gita scolastica, etc.) – ha dichiarato Bocca – Quando possibile, gli albergatori cercheranno di andare incontro alle esigenze dei clienti, ad esempio proponendo un voucher per un periodo alternativo, anche se in termini legali il cliente non vi avrebbe diritto».

In questo momento, ha aggiunto, è importante “mantenere i nervi saldi”. «Non ha molto senso annullare il viaggio previsto per Pasqua ed è assurdo cambiare i programmi delle vacanze estive».


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