Maggiore trasparenza nel rapporto tra intermediari finanziari e consumatori; sensibilizzare i consumatori a compiere scelte ponderate e renderlo parte attiva nella definizione dei meccanismi di tutela. Sono questi gli obiettivi della “Carta degli investitori”  il progetto avviato dalla Consob con la collaborazione di alcune delle Associazioni dei Consumatori del Cncu (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Codacons, Codici, Confconsumatori, Lega Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino).
Punto di partenza, la crisi economica e finanziaria che – coma ha detto Giuseppe D’Agostino, vice direttore generale Consob, nel corso della conferenza stampa di presentazione – statuisce il fallimento dei mercati finanziari e ha posto molti interrogativi ai quali i regolatori nazionali, e non solo, hanno dovuto dare delle risposte.
Questo progetto, fortemente voluto dalla Commissione proprio per rispondere alle preoccupazioni degli investitori e  appoggiato con convinzione dalle nove associazioni, ha proprio l’obiettivo di ridisegnare i rapporti di collaborazione tra i due attori del mercato: intermediari e consumatori/investitori.
“Abbiamo voluto un confronto che portasse a delle soluzioni tangibili” ha detto D’Agostino sottolineando che di “Carta”, aldilà del nome, c’è ben poco. In effetti il progetto si pone obiettivi ambiziosi che hanno poco a che fare con una carta di intenti come si potrebbe facilmente intuire. Il progetto, sviluppatosi in una serie di incontri del Tavolo di lavoro congiunto, si articola in tre sotto-progetti: una campagna di sensibilizzazione dei risparmiatori sui propri diritti; la riforma della Camera di Conciliazione e Arbitrato; la gestione degli esposti.
Fulcro del primo sotto-progetto, l’implementazione di un’area tematica – sul sito internet istituzionale della Consob – dedicata all’educazione finanziaria sulla scorta delle iniziative di USA, Gran Bretagna e Australia. Sempre nell’ambito di questo sotto-progetto di sensibilizzazione sono previsti degli incontri formativi dedicati ai referenti delle associazioni dei consumatori e lo scambio informativo Consob-AACC.
Il secondo sotto-progetto si pone, invece, l’obiettivo di riformare la Camera di Conciliazione e Arbitrato superando l’attuale forma che prevede la non obbligatorietà dell’adesione degli intermediari. Un vero limite – come ha sottolineato D’Agostino – che sta, di fatto, mettendo in crisi lo strumento di risoluzione alternativa delle controversie intermediario – investitore. I numeri parlano chiaro: la Camera dal suo avvio nel marzo 2011 al 29 novembre 2013 ha ricevuto 775  istanze di conciliazione; in 379 casi gli intermediari non hanno aderito alle richieste di conciliazione. 134 sono le istanze conclusesi con esito positivi e 111 con esito negativo. La svolta è d’obbligo se si vuole dotare gli investitori di uno strumento di risoluzione efficace, efficiente ed economico alla strega dei clienti bancari che possono contare sull’arbitro Bancario e Finanziario. Secondo D’Agostino la via verso l’obbligatorietà passa per una riforma legislativa dell’articolo 32 del TUF. Non è d’accordo Mario Finzi, vicepresidente di Assoutenti e membro della Camera secondo cui alcune modifiche sono possibile anche senza un intervento legislativo.
Il terzo sotto-progetto, infine, ha come fine ultimo la creazione di una procedura informatizzata di gestione degli esposti attraverso un form che costituisce una sorta di “compilazione guidata” dell’esposto.
C’è da dire che Federconsumatori e Adusbef, che pure fanno parte del Cncu, non hanno sottoscritto la Carta definendo la “Carta degli Investitori” un’operazione di facciata, ben lontana dal realizzare gli obiettivi che il legislatore ha attribuito a questa importante Autorità. “Tre anni fa partecipammo ai tavoli di confronto tra Industria e Associazioni dei Consumatori, voluti proprio dal Presidente Vegas appena arrivato: la sintesi di quei lavori ha portato solo ad una serie di semplificazioni pro-industria finanziaria. I piccoli risparmiatori sono rimasti privi di maggiori tutele”.
Di Valentina Corvino


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