Ciao Greta, sono la Terra e ti scrivo per dirti grazie. In tanti pensano che si possa fare qualcosa per salvarmi ma in pochi (troppo pochi) sono disposti a mettersi davvero in gioco. Tu sei una di quelle poche persone che, dopo essersi guardata attorno, ha capito che sto soffrendo e si è rimboccata le maniche. Sei scesa in campo; molti lo hanno fatto negli anni passati, ma tu ci hai messo un ingrediente che forse mancava: la passione e la testardaggine di credere nei sogni che solo una ragazza può avere.

Hai saltato scuola per giorni, ti mettevi seduta davanti al Parlamento del tuo paese (la Svezia) pur di far capire ai potenti che così proprio non va, che di ambiente non si può solo parlare, che bisogna agire e farlo in fretta perché, di questo passo, di tempo non me ne resta molto.

Sei stata brava e ti sono grata per la battaglia che stai combattendo per me. Ti sei impuntata su ogni singola parola scritta nero su bianco in quel meraviglioso documento venuto fuori dalla convention “COP21” di qualche anno fa. Gli Accordi di Parigi: ne sentivo parlare in tutte le mie circonferenze (sono rotonda e non ho angoli!) e mi sono detta: “Finalmente! Hanno capito che ho bisogno di loro per respirare ancora”.

 E invece niente, un’altra delusione.  Dopo i primi entusiasmi è finito tutto in un nuovo insopportabile “bla bla bla” e io sono rimasta soffocata dallo smog, sommersa dalla plastica, scongelata, desertificata, orfana di alcune delle mie creature.

Poi sei arrivata tu e ho capito da subito che non ti saresti arresa. Con il tuo viso dolcemente accigliato, con le tu treccine e il vestitino delle grandi occasioni e soprattutto con la tua giovane ma per nulla sprovveduta conoscenza, ti sei presentata davanti ai grandi del pianeta a Katowise e hai alzato la voce, la tua voce e quella di milioni di ragazze e ragazzi come te, stanchi delle cazzate che gli rifilano gli adulti e il mondo lo vogliono cambiare davvero.

Non è colpa vostra se sono ridotta così ma sapete cosa vi dico? Avete tutto il diritto di pretendere di poter vivere su una Terra più pulita, che basti per tutti e che si presenti ancora bellissima a chi verrà dopo di voi.

Tu, Greta, hai bussato alle orecchie di giovani con la tua stessa sensibilità, gli hai messi in moto e hai fatto rombare all’unisono il cuore puro di ognuno. Hai capito perfettamente quello di cui ho bisogno e lo hai comunicato agli altri in modo semplice e chiaro così che non ci si possa confondere tra mille inutili paroloni.

Ho bisogno che lascino in pace le mie risorse. Non sono infinite e quelle che restano sono preziose. Appoggio pienamente la tua idea di un passaggio nel più breve tempo possibile a una produzione che sia al 100% compatibile con le mie esigenze. Green, è questa la parola che usa “chi ne sa ma non fa”. Ah, che bello sarebbe se si facesse davvero.

Ho bisogno che la smettano di perforarmi in ogni dove alla ricerca di chissà quale tesoro. Il petrolio lo hanno già preso quasi tutto e quello che mi hanno portato via ha fatto più danno che altro.

Ho bisogno che i miei “inquilini” non debbano essere costretti a scappare dai luoghi dove hanno sempre vissuto per sfuggire alla desertificazione e alla miseria che essa provoca.

Oggi ho visto una luce nuova, una di quelle che stanno diventando una rarità. L’ho vista nei cortei, nelle piazze, nei cori intonati per dire “basta, invertiamo la rotta” urlati al posto mio che non ho voce ma vi dono tutta me stessa perché possiate nascere, crescere e progredire. No, non sono stanca e lo farei per millenni ancora, datemene solo la possibilità e non vi deluderò.

Grazie Greta, grazie ragazzi di ogni parte del mondo. Oggi è un venerdì con un sapore diverso per me. It’s time for a climate strike.

Con affetto, la Terra.

@ELeoparco

 

Notizia pubblicata il 15/03/2019 ore 17.48


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