Sciopero della fame, da oggi. Per protestare contro la politica del Governo. Con un’accusa molto pesante: “Vogliono neutralizzare il ruolo delle associazioni dei consumatori in Italia”. Questa l’iniziativa lanciata oggi dal presidente dell’Acu Gianni Cavinato, che da questa mattina è in sciopero della fame. Un’azione “pacifica e nonviolenta” perchè “questo Governo e in generale questa legislatura hanno un’attenzione e una sensibilità ai consumati quasi vicine allo zero”. Cavinato promette: “Andrò avanti finché Gentiloni non ci convocherà”.

Abbiamo scritto a Gentiloni e al Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ma non abbiamo ricevuto nessuna comunicazioneracconta Cavinato a Help Consumatori – C’è una disattenzione totale su questioni importantissime che riguardano i consumatori: una per tutte è la Tari, l’altra riguarda i risparmiatori beffati dalle banche venete. Il Ministro dello Sviluppo economico non si è mai fatto vedere al Consiglio nazionale consumatori e utenti, nonostante sia stato sollecitato più volte a partecipare. Vorremmo costruire un’agenda con la politica italiana, perché abbiamo argomenti che hanno a che fare con gli interessi di milioni di cittadini. Lo sciopero della fame durerà finché Gentiloni non risponderà”.

Quest’anno non si è svolta la sessione programmatica del Cncu con i rappresentanti delle Regioni e delle provincie autonome, che rappresenta un momento di confronto sulla situazione attuale e sulle politiche regionali in materia di tutela dei consumatori. “Da due anni – denuncia l’Acu in una nota – non vengono pubblicati bandi per promuovere progetti a favore dei consumatori, impedendo la fruizione di una quota delle risorse derivanti dalle multe Antitrust che, secondo la legge, devono essere destinate ogni anno “alle priorità delle politiche consumeristiche del governo d’intesa con le associazioni dei consumatori”. Il CNCU – Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti – presieduto dal Ministro dello Sviluppo Economico, ultimamente non viene più chiamato a svolgere il proprio ruolo per poter contribuire attivamente al miglioramento della posizione dei consumatori nel mercato”.

Lo sciopero della fame non è un’azione improvvisata. La prima settimana, racconta il presidente Acu, ci sarà una riduzione del 30% del fabbisogno di calorie “per non fracassare immediatamente il mio metabolismo”. Se dopo una settimana non avrà ottenuto risposte, annuncia il presidente Acu, si passerà a una riduzione più pesante e questa già promette serie conseguenze per la salute di Cavinato, che soffre di una patologia alla vista.  

L’associazione denuncia che “è in atto un chiaro disegno che punta a neutralizzare il ruolo delle associazioni dei consumatori in Italia”. Il disinteresse è voluto o è un incidente di percorso? “È voluto – spiega Cavinato – Quest’anno è saltata la sessione programmatica Cncu-Regioni-Ministero. Il Cncu deve essere convocato ogni mese e sono saltati diversi mesi”. E parecchie questioni cruciali per i consumatori non trovano spazio o agenda all’interno del Consiglio, denuncia il presidente Acu, per il quale di fatto i consumatori sono stati chiamati finora ad affrontare “una burocrazia di normale livello” ma non problematiche più importanti e centrali per i diritti dei cittadini.

Sciopero della fame, dunque. Si tratta di una battaglia personale, spiega il presidente Acu. Che aggiunge: “Se qualcun altro si associasse lo vedrei positivamente. Ma o si fa seriamente o non si fa. Io conosco il mio stato di salute e so cosa sto rischiando. Se riduco ancora la razione alimentare, so che posso avere dei problemi”.

 

@sabrybergamini


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