Carovana dei ghiacciai, finale in Svizzera: "Nessun ghiacciaio alpino immune alla crisi climatica" (Foto Credit Legambiente)

Nessun ghiacciaio alpino è immune di fronte alla crisi climatica“. È quanto ha ribadito Legambiente che nei giorni scorsi ha concluso la sua Carovana dei ghiacciai in Svizzera, oltre i confini nazionali, sul ghiacciaio del Morteratsch. Anche i ghiacciai svizzeri, come quelli italiani, sono sotto scacco della crisi climatica e di temperature record – tanto che qualche giorno fa MeteoSvizzera ha registrato lo zero termico a 5.253 metri sul livello del mare, il secondo valore più alto dall’inizio delle misure nel 1954. Per la prima volta la Carovana dei ghiacciai si è spostata oltre i confini nazionali e, dopo le tappe italiane e in Austria, è approdata per la sesta e ultima tappa in Svizzera.

Carovana dei ghiacciai, tappa in Svizzera

Qui, secondo il report dell’Accademia Svizzera di Scienze Naturali, nell’estate 2022, si sono persi quasi 3 km3 di ghiaccio e l’acqua proveniente dalla fusione di questo volume sarebbe stata sufficiente a riempire tutti gli invasi artificiali delle Alpi Svizzere.

Il ghiacciaio del Morteratsch, il più grande ghiacciaio del gruppo del Bernina delle Alpi grigionesi, secondo i dati del GLAMOS (Rete svizzera di monitoraggio dei ghiacciai) dal 1878 ad oggi è arretrato di quasi 3 chilometri, perdendo 23 metri solo nel 2022. Il ghiacciai è arretrato di 164 metri dal 2015, di 134 metri dal 2016.

«Siamo molto orgogliosi di aver portato la nostra Carovana dei Ghiacciai oltre i confini nazionali, in Austria e in Svizzera- ha detto Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente -. L’obiettivo principale è quello di costruire nuove alleanze e arrivare ad una governance internazionale dei ghiacciai attraverso uno scambio tra il mondo accademico europeo, associazioni, istituzioni e cittadini. Perché bisogna ricordarsi che nessun ghiacciaio alpino è immune di fronte alla crisi climatica, che accelera la sua corsa e non conosce confini. Per questo bisogna lavorare insieme ad adeguate strategie e piani di adattamento al clima, su scala locale e internazionale, a tutela dei territori e delle comunità».

«Il Ghiacciaio del Morteratsch – ha spiegato Marco Giardino, vice presidente del Comitato Glaciologico Italiano e docente di geomorfologia all’Università di Torino – meta dell’ultima tappa della Carovana dei ghiacciai 2023, dispone di una serie di dati di arretramento frontale ultracentenaria, splendidamente illustrati da un sentiero Glaciologico molto frequentato. Un prezioso strumento per diffondere la consapevolezza sugli effetti del riscaldamento climatico che oggi ha confinato la lingua di questo ghiacciaio dietro una barriera rocciosa e ha reso sempre più difficoltosi i rilevamenti degli esperti, per l’instabilità accentuata dell’ambiente glaciale».


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