Consumatori in catene davanti a Montecitorio per rappresentare un consumatore prigioniero in un’esistenza preclusa, fatta di rinunce e sacrifici per colpa del caro-vita e di questa crisi che non sembra passare. Oggi, 19 settembre, alcune Associazioni dei consumatori hanno manifestato a Roma, a piazza Montecitorio per portare le loro critiche e le loro proposte per uscire dalla crisi al Premier Mario Monti.

E’ unanime il dissenso espresso dalle Associaizoni dei consumatori verso le decisioni prese da questo Governo tecnico. Dopo la manifestazione di ieri, in cui diversi Presidenti hanno fornito ricette semplici ed immediate per invertire la rotta e dare un sollievo alle famiglie italiane, oggi altre Associazioni dei consumatori hanno messo in scena una protesta “più teatrale”: travestiti da prigionieri, con tanto di palla al piede, i Presidenti di Associazione Consumatori Utenti, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codacons, Codici, Confconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori, insieme a Coldiretti, Acli Terra e Comitas hanno pensato di portare a Monti alcune proposte: togliere le accise sulla benzina, congelare le tariffe pubbliche perché la gente non ce la fa più a pagare le bollette e bloccare i prezzi dei generi di prima necessità. Riduzione della pressione fiscale facendo pagare le tasse a chi non le paga e dando alle famiglie la possibilità di defalcare dalle tasse tutte le spese che si sostengono. Inoltre, togliere l’Imu sulla prima casa e introdurre un canone calmierato per le locazioni a uso abitativo perché non si trova un’abitazione a meno di 1500 euro al mese. Per rilanciare i consumi, infine, bisogna fare i saldi tutto l’anno.  
Monti vi ascolterà?
“Il popolo italiano non ha bisogno di Monti né dei politici – ha detto Carlo Rienzi Presidente del Codacons – Se non avremo ascolto, come non lo abbiamo avuto fin’ora andremo avanti da soli con i boicottaggi della benzina, gli scioperi della spesa e ci organizzeremo come cittadini visto che i cittadini sono fuori dall’agenda del Governo. Il Governo ha ricevuto tutti tranne le associazioni dei cittadini”.
“Siamo in recessione e non si aspetta più la terza o quarta settimana per limitare i propri acquisti, ma si comincia fin da subito con dispense low-cost spesso a scapito della qualità di ciò che mettiamo in tavola – ha aggiunto Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori – Questo impoverimento è ancora più grave di quello dei redditi perché tocca il gusto e le abitudini dei cittadini, livellandoli verso il basso. Non ci si può più permettere determinati standard. Noi consigliavamo fino a ieri i prodotti Dop di cui l’Italia è ricca; oggi questi sono decisamente fuori dalla portata del consumatore medio. Addirittura la colazione, che per gli italiani è sempre stata intangibile (latte e biscotti non hanno mai risentito della crisi) da qualche mese è stata colpita poiché non si acquista più il latte fresco ma il latte Uht che costa un euro di meno. Questo impoverimento generalizzato – ha concuso Dona – rende la vita più pesante e la sfiducia verso il futuro è tale per cui la maggior parte dei consumatori non si immagina la luce alla fine del tunnel come ci veniva detto un anno fa”.
La Coldiretti ha dato alcuni dati: “la crisi svuota il carrello della spesa con il crollo degli acquisti di latte del 7% e di olio del 5%, ma anche di pesce (-4%), carne di maiale e vino (-2%), frutta, pasta e carne di manzo (-1%). L’aumento vertiginoso dei costi – sottolinea la Coldiretti – ha scombussolato i budget delle famiglie. D’altra parte con il nuovo record un litro di benzina viene a costare come un chilo di pesche, ma il prezzo ha superato del 40% il chilo di pasta e del 50% un litro di latte. Un rapporto di cambio che non è eticamente ed economicamente sostenibile e che mette a rischio la ripresa del paese”.

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