Caro carburanti, UNC: "Fallimento della pubblicazione del prezzo medio" (Foto di Alexander Fox | PlaNet Fox da Pixabay)

La benzina è ai livelli più alti da un anno, il gasolio da oltre sei mesi.

Il rientro dalle vacanze è costato agli italiani il 2,6% in più per chi ha un’auto a benzina e il 5,8% per chi ha una vettura a gasolio”, spiega l’Unione Nazionale Consumatori davanti alla corsa dei prezzi di benzina e diesel.

L’associazione denuncia poi “il fallimento della pubblicazione del prezzo medio”, scattato lo scorso primo agosto e che non aveva convinto tutti.

Benzina e diesel, agosto rovente

Secondo i dati settimanali del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) pubblicati oggi, il prezzo della benzina in modalità self service sale attestandosi a 1,948 euro al litro, il gasolio a 1,847 euro al litro. È quanto sottolinea l’UNC ricordando che “prosegue l’agosto rovente sul fronte dei prezzi dei carburanti”.

Spiega il presidente dell’associazione Massimiliano Dona: «La benzina si conferma ai livelli più alti dalla rilevazione settimanale del 18 luglio 2022, mentre per il gasolio non si aveva un prezzo così alto dal 13 febbraio 2023, oltre 6 mesi fa. Insomma, il fallimento della pubblicazione del prezzo medio è ora sotto gli occhi di tutti, anche se all’epoca eravamo stati i soli, insieme all’Antitrust, ad averlo previsto, evidenziando che la mediana della distribuzione dei prezzi è inferiore alla media, ossia sono di più i distributori virtuosi che avendo comunque un prezzo sotto la media sono ora invogliati a farlo lievitare fino ad avvicinarsi alla media rispetto a quelli esosi e cari incentivati ad abbassare i loro listini, con il brillante risultato di livellare i prezzi verso l’alto».

«Anche se nell’ultima settimana i prezzi sono saliti solo dello 0,1%, avendo già raggiunto nelle settimane passate livelli stratosferici, dalla fine di luglio un litro di benzina è rincarato di quasi 5 cent (4,977 cent), pari a 2 euro e 49 cent per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio il rialzo è di oltre 10 cent al litro (10,125 cent), pari a 5 euro e 6 cent a rifornimento. Insomma, il rientro dalle vacanze è costato agli italiani il 2,6% in più per chi ha un’auto a benzina e il 5,8% per chi ha una vettura a gasolio».

L’associazione torna a chiedere una riduzione sulle accise. Spiega ancora Dona: «Ci aspettavamo che il Governo ieri prendesse provvedimenti contro il caro carburanti e invece continua a lavarsene le mani, preferendo continuare a incassare miliardi, visto che il 55,4% del prezzo della benzina e il 51,5% di quello del gasolio dipendono da accise e Iva. Basterebbe una riduzione di 5 cent sulle accise, un quinto dello sconto di Draghi, per riportare la benzina sotto 1,9 euro al litro (1,887) e il gasolio sotto 1,8 euro (1,786), con un costo di 200 milioni al mese per l’Erario. Evidentemente il ministro Giorgetti quei soldi preferisce incassarli, considerando gli automobilisti dei polli da spennare».


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