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Buoni pasto, i negozi: il 15 giugno stop ai ticket per protesta contro le commissioni (foto pixabay)

Stop ai buoni pasto per 24 ore. Il prossimo 15 giugno i pubblici esercizi non accetteranno pagamenti attraverso buoni pasto. È la protesta annunciata dagli esercenti, una giornata nella quale non accetteranno i ticket per la spesa, alla quale partecipano bar, ristoranti, alimentari, supermercati e ipermercati aderenti a ANCD-Conad, ANCC-Coop, FIEPeT Confesercenti, Federdistribuzione, FIDA e FIPE-Confcommercio.

L’annuncio è di ieri. Il blocco, dice una nota di Fipe Confcommercio, è necessario «per far arrivare alle Istituzioni l’appello, troppe volte ignorato, per una strutturale riforma di un sistema che, per via di commissioni al 20%, non è più economicamente sostenibile. A questa iniziativa aderiscono anche le imprese della distribuzione commerciale, dai piccoli esercizi di vicinato fino a supermercati e ipermercati della distribuzione organizzata».

 

protesta buoni pasto
Buoni pasto, i negozi: il 15 giugno stop ai ticket

 

Stop ai buoni pasto per commissioni “insostenibili”

“Le commissioni sono insostenibili, per ogni buono da 8 euro ne incassiamo poco più di 6 euro”. “Vogliamo difendere questo importante strumento per i lavoratori e renderlo sostenibile”. Queste dunque le motivazioni dello stop ai buoni pasto per la giornata del 15 giugno.

«Con questa giornata di sospensione del servizio – dichiara Aldo Mario Cursano di Fipe Confcommercio – vogliamo sensibilizzare i lavoratori e più in generale i consumatori sulle gravissime difficoltà che le nostre imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni che dobbiamo pagare sui buoni pasto. Parliamo di una vera e propria tassa occulta che supera anche il 20% del valore del buono. La nostra è una protesta che ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto perché se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli. Insomma, il buono pasto rischia di essere inutilizzabile. C’è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che danno il servizio ai lavoratori. Ma è altrettanto urgente far sì che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti perché saremo noi a pagarli per di più in un momento in cui le imprese sono a rischio per gli insostenibili aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime».

Anche Federdistribuzione rivendica gli appelli fatti per la riforma del sistema dei buoni pasto.

«È una situazione sulla quale occorre intervenire con decisione, ed è per questo che mercoledì 15 giugno gli esercenti pubblici e le aziende della distribuzione non accetteranno i buoni pasto – commenta Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione – Il nostro obiettivo è tutelare un importante servizio di cui beneficiano milioni di lavoratori, che va però reso sostenibile. Chiediamo al Governo, soprattutto in vista dell’imminente gara Consip, di superare un sistema che impone commissioni non eque, le più alte d’Europa, che si avvicinano al 20% del valore nominale del buono pasto. Tutto ciò grava pesantemente sulle nostre imprese, mettendone a rischio i risultati economici e rischiando di rendere insostenibile la prosecuzione di questo servizio in futuro».

 

Buoni pasto, Associazioni dei Consumatori pronte ad azioni a tutela dei lavoratori
Buoni pasto, Associazioni dei Consumatori pronte ad azioni a tutela dei lavoratori

 

Consumatori pronti ad azioni a tutela dei lavoratori

E i consumatori? Le prime reazioni non sono certo positive. Del resto già qualche giorno fa, di fronte alle proteste degli esercenti, le associazioni si sono dichiarate pronte all’azione a tutela dei lavoratori, fino a ipotizzare boicottaggi.

Il problema delle commissioni non va scaricato insomma sui lavoratori. Ci sono 3 milioni di famiglie, sottolineava Assoutenti, che ricorrono ai buoni pasto anche per fare la spesa al supermercato e mosse di questo genere rappresentano un ingiusto aggravio, oltretutto in un momento di difficoltà economiche diffuse.

Di fronte all’annuncio – il 15 giugno i pubblici esercizi non accetteranno alcun pagamento tramite buoni pasto – l’Unione Nazionale Consumatori annuncia che gli scioperanti saranno segnalati per revoca della convenzione.

«Al di là del fatto che sfugge perché, avendocela con la Consip, pur di strappare commissioni più basse finiscano per prendersela con i consumatori, danneggiandoli, visto che sono loro buoni clienti, resta il punto che in tal modo interrompono una prestazione ed un servizio indispensabile per molti dipendenti che lavorano lontano da casa – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Valuteremo la legittimità di questa iniziativa, se è rispettosa delle regolamentazioni esistenti. Preannunciamo fin d’ora, comunque, che nella migliore delle ipotesi segnaleremo gli esercizi scioperanti per la revoca della convenzione per il grave inadempimento delle obbligazioni contrattuali».


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