Biodiversità, al via la Cop16. WWF: natura in Italia ancora poco protetta (Foto di nathalieburblis da Pixabay)

“Fare pace con la natura”. È l’appello col quale si è aperta a Cali, in Colombia, la Cop16 sulla biodiversità, il sedicesimo incontro delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica.

La Conferenza vuole tradurre in azione gli obiettivi del Global biodiversity framework, il piano d’azione globale adottato alla precedente Conferenza delle parti del 2022. Durante la Cop15 i governi hanno infatti approvato il “Global Biodiversity Framework” (GBF), un percorso che vuole fermare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2050.

Il quadro globale per la biodiversità chiede di rendere area protetta almeno il 30% dei territori entro il 2030, sia terre emerse che ecosistemi marini, la riduzione dell’inquinamento e la promozione dell’uso sostenibile delle risorse naturali, nonché la tutela delle popolazioni autoctone e indigene.

Fra i primi obiettivi a lungo termine, si prevede che “l’integrità, la connettività e la resilienza di tutti gli ecosistemi siano mantenute, migliorate o ripristinate, aumentando sostanzialmente la superficie degli ecosistemi naturali entro il 2050; l’estinzione indotta dall’uomo delle specie minacciate conosciute è fermata e, entro il 2050, il tasso di estinzione e il rischio di tutte le specie sono ridotti di dieci volte e l’abbondanza di specie selvatiche autoctone è aumentata a livelli sani e resilienti”. Altro obiettivo a lungo termine è che “la biodiversità è utilizzata e gestita in modo sostenibile e i contributi della natura alle persone, comprese le funzioni e i servizi ecosistemici, sono valorizzati, mantenuti e migliorati, con il ripristino di quelli attualmente in declino, a sostegno del conseguimento dello sviluppo sostenibile, a beneficio delle generazioni presenti e future entro il 2050”.

La natura torna al centro ma in Italia è ancora poco protetta

La natura torna dunque al centro della diplomazia internazionale “ma l’Italia è tutt’altro che pronta a fare una bella figura”, afferma il WWF in occasione della Cop16. Questa vedrà Capi di Stato e di Governo e i Ministri di oltre 190 Paesi, insieme a scienziati e rappresentanti della società civile, riunirsi per fare il punto sull’attuazione del Quadro Globale per la Biodiversità. Si dovrà passare dalle parole ai fatti e valutare l’impegno degli Stati nel tradurre in piani e azioni concrete i 23 target globali del GBF indirizzati a fermare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.

“A fronte del catastrofico calo del 73% della dimensione media delle popolazioni globali di vertebrati selvatici in soli 50 anni (1970-2020), registrato dall’ultima edizione appena presentata del Living Planet Report del WWF, è necessario – afferma allora il WWF – che gli Stati parte della Convenzione ONU sulla Diversità Biologica adottino impegni concreti per raggiungere gli obiettivi chiave del GBF”.

L’associazione chiede che i governi definiscano e implementino Strategie e Piani di attuazione nazionali per la biodiversità (NBSAPs) impegnando risorse finanziarie adeguate alla loro attuazione.

In Italia, afferma il WWF, la natura è ancora poco protetta. A oggi solo 28 Paesi, inclusa l’Unione europea e 9 Stati Membri, tra cui l’Italia, hanno aggiornato le loro NBSAPs. “La Strategia Nazionale per la Biodiversità italiana, pur risultando sulla carta sufficientemente allineata ai 23 target del GBF e con l’obiettivo di proteggere il 30% delle aree marine e terrestri entro il 2030 (target 3), manca ancora di un Piano di implementazione che sia adeguatamente finanziato affinché le ambizioni della Strategia possano tradursi in azioni concrete e incisive”, spiega l’associazione ambientalista.

In Italia la superficie terrestre protetta si ferma al 21,68% dell’intero territorio nazionale. In soli 5 anni l’Italia dovrebbe creare la metà delle aree protette terrestri che ha creato in oltre 100 anni da quando nacquero i primi due parchi nazionali italiani, Parco Nazionale del Gran Paradiso e Parco Nazionale d’Abruzzo. Solo l’11,62% della superficie marina italiana è protetta.

“Fare pace con la natura”

Il WWF segnala dunque che non va rimandato il Regolamento europeo anti-deforestazione (il Parlamento europeo si esprimerà nelle prossime settimane) e che sarà fondamentale dare attuazione al Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law).

Bisogna “fare pace con la natura”. Spiega Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali di WWF Italia: «Alla COP16 di Cali il mondo tornerà finalmente a parlare di natura e di tutela della biodiversità. Confidiamo che questo importante appuntamento possa mobilitare governi, imprese e persone verso una maggiore consapevolezza della centralità che l’ambiente ha nelle nostre vite. Troppe sono le esitazioni e i passi indietro, in Italia e in Europa, sulla tutela della biodiversità, mettendo in seria discussione il raggiungimento dell’obiettivo globale di fermare e invertire il declino di biodiversità entro il 2030. La posticipazione di 12 mesi del Regolamento europeo anti-deforestazione, all’esame del Parlamento europeo nelle prossime settimane, rappresenterebbe un atto gravissimo che minerebbe l’implementazione del Quadro Globale della Biodiversità, ma soprattutto la salute delle nostre foreste e del Pianeta, e di conseguenza quella di tutti noi. Ci uniamo all’appello “Fare pace con la Natura” della Presidenza Colombiana della COP16 affinché si generi una mobilitazione globale per rispettare e proteggere la vita sul pianeta e ritrovare una connessione positiva con la Madre Terra».


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