Dalle 6 di questa mattina le pompe di benzina in autostrada sono di nuovo aperte: i gestori hanno revocato lo sciopero che era iniziato martedì sera alle 22 e sarebbe dovuto durare fino a domani mattina. Il dietrofront (si fa per dire) è stato sollecitato dall’Autorità di garanzia per gli scioperi che ieri ha incontrato le compagnie petrolifere ed ha insistito affinché si rispettassero gli impegni presi l’anno scorso verso i gestori. L’Adoc chiede ad Autostrade di prevedere sconti per i rifornimenti.
I motivi della protesta proclamata dalle 3 principali organizzazioni sindacali (Fegica-Cisl, Faib-Confesercenti e Anisa-Confcommercio) sono ormai noti: la categoria dei gestori è schiacciata da tempo dal comportamento delle compagnie petrolifere e dall’incapacità del Governo di far rispettare gli impegni presi. Lo sciopero ha avuto un’adesione molto alta, oltre il 90%.
L’Adoc apprezza la decisione di sospendere la protesta ed invita Autostrade ad essere più responsabile verso i propri utenti, prevedendo sconti ai clienti per i rifornimenti presso i distributori della propria rete. “Lo sciopero è sospeso, ma il problema dei costi della benzina rimane – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – crediamo sia opportuno rivedere il sistema di distribuzione sulla rete autostradale. In questo senso riteniamo che Autostrade per l’Italia debba essere più responsabile e garantista verso i propri clienti, prevedendo incentivi e sconti sui rifornimenti presso i distributori presenti sulla sua rete alla stregua di quanto realizzato dalle catene di supermercati che vendono anche carburanti, che prevedono sconti per i clienti fidelizzati. In questo momento molto grave nessuno si può tirare indietro dall’aiutare gli italiani che spendono in media il 12,3% in più che nel resto d’Europa per il rifornimento, addirittura il 25% in più che nella vicina Svizzera. Negli ultimi 5 anni il prezzo della verde è cresciuto mediamente del 10% l’anno, causando seri e irreparabili danni economici sia ai consumatori che alle imprese. E il fatto più grave è che senza tassazione acquistare oggi un litro di verde costerebbe solamente 85 centesimi di euro, dato che tra tasse e accise il costo dell’imposta arriva a 97 centesimi di euro.”
Come ogni estate, infatti, i prezzi dei carburanti hanno ripreso a salire in modo repentino, in concomitanza con le agitazioni in Egitto. Entro la settimana prossima il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato incontrerà presso la sede del Ministero le principali compagnie attive nel settore petrolifero per fare il punto sull’andamento dei prezzi.
Oggi si registrano cali per le quotazioni sia della benzina sia del diesel (rispettivamente -2,5 e +1,5 euro/mille litri), grazie all’effetto combinato del cambio euro/dollaro e della sostanziale stabilità dei mercati internazionali, scrive Quotidiano Energia. E sulla rete italiana si registra il secondo giorno di quiete, con i prezzi raccomandati in assestamento. In pratica la tendenza agli aumenti di questi giorni è stata frenata dalle realtà territoriali, in forte concorrenza per accaparrarsi volumi in contrazione, anche alla luce della “caccia” al pieno economico dei (rari) automobilisti in vacanza. In costante salita il Gpl, a valle di un mese di rialzi generalizzati dei listini.
Medie nazionali della benzina e del diesel rispettivamente a 1,839 e 1,742 euro/litro (Gpl a 0,796). Le “punte”  in alcune aree del Paese sono, per la “verde” fino a 1,879 euro/litro, il diesel a 1,761 e il Gpl a 0,824. Nel dettaglio, a livello Paese, il prezzo medio praticato della benzina va oggi dall’1,821 euro/litro di Eni all’1,839 di Tamoil (no-logo a 1,725). Per il diesel si passa dall’1,722 euro/litro sempre di Eni all’1,742 di Tamoil (no-logo a 1,607). Il gpl è tra 0,781 euro/litro di Shell e 0,796 ancora di Tamoil (no-logo a 0,740).


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