credito al consumo

Le famiglie chiedono sempre meno credito, sia questo destinato a mutui o prestiti. Con 9 milioni di italiani in una situazione di disagio occupazionale, l’atteggiamento delle famiglie è di grande prudenza. Così nel 2013 cala la richiesta di credito, che segna una flessione del 4,7% per i prestiti e del 3,6% per i mutui. Il calo si fa ancora più marcato se confrontato con gli anni precedenti, mentre aumenta l’indice di rischio del credito.
I dati provengono dal Barometro CRIF, che analizza l’andamento delle domande di mutui e prestiti contribuite dagli istituti di credito in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie. “Anche nel corso del 2013 la domanda di credito da parte delle famiglie italiane ha continuato a risentire del quadro congiunturale ancora fragile, con il persistere di segnali negativi sul fronte dell’occupazione, con quella giovanile che ha raggiunto livelli drammatici, e la fiducia dei consumatori che si è attestata su livelli minimi – si legge nel rapporto – Di conseguenza il credito retail si è ancora caratterizzato per una forte prudenza che influenza sia la domanda dalle famiglie, che temono di non riuscire a far fronte regolarmente ai debiti contratti, sia l’offerta, che deve far fronte al progressivo innalzamento dei livelli di rischiosità”.
Sul versante dei mutui, a dicembre c’è stata una crescita del 6,5% rispetto allo stesso mese del 2012. Ma nei dodici mesi, il numero di richieste di mutui è diminuito del 3,6% rispetto al 2012 e si è sostanzialmente dimezzato rispetto agli anni precedenti: basti pensare che nel 2013 la flessione nella domanda di mutui è pari al 43,9% rispetto al 2011 e al 51,3% rispetto al 2008. Dall’analisi CRIF risulta che l’importo medio dei mutui richiesti nell’anno 2013 è stato pari a 127.329 euro contro i 131.445 euro dell’anno precedente, confermando un trend in contrazione che perdura da diversi anni a questa parte nel tentativo da parte degli italiani di privilegiare soluzioni che gravino il meno pesantemente possibile sul bilancio familiare. I mutui più richiesti sono quelli di durata compresa fra i 25 e i 30 anni, che raggiungono una quota pari al 28,3% del totale, anche se in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Il capitolo prestiti (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) registra a dicembre una contrazione pari a -11,8% rispetto allo stesso mese dell’ anno precedente, dato che porta la flessione complessiva dell’intero  2013 ad assestarsi ad un –4,7% rispetto al 2012. Anche in questo caso, la flessione si fa più marcata se confrontata con gli anni precedenti: nel 2013 la domanda di prestiti è in diminuzione dell’8,7% rispetto al 2011 e del 21,9% rispetto al 2008.
Nello specifico, nel 2013 il numero di richieste di prestiti finalizzati all’acquisto di beni/servizi (quali auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre) ha fatto segnare un -5,0% rispetto ai 12 mesi precedenti mentre i prestiti personali si sono caratterizzati per una flessione lievemente più contenuta, pari a -4,1%. Rispetto al periodo pre crisi relativamente ai prestiti finalizzati la contrazione è però stata pari a -30% mentre per i prestiti personali il calo è stato del -18%. Anche in questo caso la cautela da parte delle famiglie trova conferma anche nella media costantemente in calo dell’importo dei prestiti richiesti: nell’intero 2013 l’importo medio delle richieste, nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati, si è assestato a 7.397 euro contro i 7.768 euro del 2012, valori comunque ben distanti rispetto ai 9.813 euro del 2008. Anche per i prestiti si allungano i piani di rimborso: la fascia di durata preferita, complessivamente, è quella superiore ai 5 anni, con il 20,3% del totale, quota che sale addirittura al 39,3% nel caso dei prestiti personali.
Dall’analisi CRIF emerge inoltre un aumento della rischiosità del comparto: aumenta infatti il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) che per il mercato del credito alle famiglie nel suo complesso si è attestato al 2,7% a fine settembre 2013 (ultimo dato disponibile), in crescita rispetto alle precedenti rilevazioni. Per i prestiti personali il tasso di default è passato dal 3,9% di marzo 2013 al 4,0% di settembre 2013, mentre per i prestiti finalizzati è rimasto stabile all’1,7%. Per i mutui immobiliari, invece, a fine settembre 2013 si è stabilizzato al 2,0%, in crescita rispetto al 2012 e su valori non distanti rispetto al picco registrato a fine 2009, a seguito del manifestarsi della crisi anche nel nostro Paese.
“L’andamento delle richieste di credito rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per tastare tempestivamente il polso alle famiglie e valutare il loro livello di fiducia nei confronti del futuro e la propensione ad impegnarsi nell’investimento per la casa o per l’acquisto di beni durevoli o di costo più elevato – commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF – Purtroppo il trend che ha caratterizzato l’anno appena concluso non sorprende affatto considerate le difficoltà che coinvolgono circa 9 milioni di italiani, alle prese con una situazione di perdurante disagio occupazionale. In particolare, la mancata crescita dei redditi reali e la conseguente contrazione del potere d’acquisto hanno ulteriormente indotto le famiglie ad adottare un approccio estremamente cauto e a rinviare gli acquisti e gli investimenti non considerati strettamente indispensabili”.


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1 thought on “Barometro CRIF: le famiglie chiedono meno mutui e prestiti

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