Acqua come fonte di vita e bene comune. E non a caso al centro di una battaglia che va avanti dal referendum del 2011. Proprio in questi giorni, mentre si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, sale la protesta del Forum italiano dei movimenti per l’acqua che denuncia “lo stravolgimento della legge sull’acqua e l’esplicita contraddizione dell’esito referendario attuata tramite il decreto Madia”, parlando di “un attacco senza precedenti all’acqua e alla democrazia”.
acquaLa Giornata dedicata all’acqua cade proprio oggi, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e celebrata per la prima volta il 22 marzo 1993. Lo slogan scelto quest’anno è “Better water, better jobs” ed evidenzia il legame fra acqua, lavoro e rispetto dei diritti. Oggi infatti quasi la metà dei lavoratori nel mondo è impiegato nel settori legati all’acqua, eppure spesso non vede riconosciuti i diritti fondamentali del lavoro. Il tema di questo 2016, l’acqua e l’occupazione, si concentra dunque su come acqua in quantità sufficiente e di qualità possa cambiare la vita e i mezzi di sussistenza dei lavoratori e allo stesso tempo trasformare le società e le economie.
Tutto questo a livello mondiale. A livello nazionale, invece, il dibattito riguarda il rischio che venga disatteso l’esito del referendum per l’acqua pubblica nel 2011. Il Forum dei movimenti per l’acqua denuncia che questo è il pericolo che si annida in due provvedimenti: uno riguarda la legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, presentata con oltre 400 mila firme di sostegno, che sarebbe stata stravolta da tutta una serie di emendamenti; l’altro riguarda il Testo unico per la gestione dei servizi pubblici locali che reintrodurrebbe i profitti nella tariffa, abrogati proprio dal referendum.
acquaDenuncia il Forum: “E’ in questi giorni in discussione alla Camera la legge d’iniziativa popolare presentata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua nel 2007, con oltre 400.000 firme. Ma la legge, grazie ad una serie di emendamenti del PD, arriva in aula con un testo che, eliminando l’art-6 sulla ripubblicizzazione del servizio idrico, ne stravolge totalmente il significato”.  E aggiunge: “Contemporaneamente, ha iniziato il suo iter il Testo Unico sui servizi pubblici locali, decreto attuativo della Legge Madia n. 124/2015; un manifesto liberista, che prevede l’obbligo di gestione dei servizi pubblici locali a rete attraverso società per azioni e che ripristina l’”adeguatezza della remunerazione del capitale investito” nella composizione della tariffa, nell’esatta dicitura che 26 milioni di cittadini avevano abrogato”.
Anche il WWF è mobilitato su questo fronte e chiede ai parlamentari di ripristinare la volontà di quei 26 milioni di italiani che hanno votato, nel 2011, per mantenere la gestione del servizio idrico e la proprietà delle infrastrutture in mano pubblica. Il WWF “chiede che vengano ritirati gli emendamenti che modificano alcuni articoli del progetto di legge di iniziativa popolare attualmente in discussione alla Commissione Ambiente e che venga ripristinato il testo originale. La proposta di legge di iniziativa popolare – spiega l’associazione ambientalista – è stata presentata da centinaia di associazioni nazionali e comitati locali impegnati nella salvaguardia del bene acqua e fu sottoscritta da ben 400.000 italiane e italiani (secondo la legge ne bastavano 50.000). Il Parlamento l’ha tenuta nei cassetti per anni, ignorandola, nonostante tale proposta sia stata avallata dall’esito referendario del 2011 quando l’Italia si pronunciò in maniera schiacciante contro la privatizzazione dell’acqua. È veramente un paradosso che proprio la proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata alla tutela dell’acqua come bene comune venga stravolta da una serie di emendamenti e finisca per essere il grimaldello per far ripartire il percorso di privatizzazione della risorsa idrica”.

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