Arera presenta la Relazione annuale. Prezzi più bassi ma il Bonus solo a poche famiglie
Scendono i prezzi per l’energia elettrica. L’Autorità richiama il Governo a fare di più per dare accesso al Bonus energia.
Per il settore dell’energia, il 2018 è stato un anno attraversato da cambiamenti significativi che hanno comportato modifiche ai prezzi finali dell’energia per i consumatori italiani. Lo ha rilevato Stefano Besseghini, presidente di Arera, nella sua prima relazione annuale presentata questa mattina alla Camera dei Deputati.
«Con l’entrata in vigore della riforma delle tariffe elettriche introdotta dall’Autorità (1° gennaio 2016)»- precisa l’Autorità- «ha infatti avuto inizio il progressivo riallineamento dei corrispettivi di rete applicati alle diverse classi di consumo, che ha contribuito ad avvicinare i prezzi netti italiani a quelli medi europei».
Diverso invece il discorso sul gas naturale per il quale i prezzi risultano, al lordo di oneri e imposte, si confermano anche per il 2018 sensibilmente più alti della media dei prezzi dell’Area euro.
Bonus gas e luce, ancora poche famiglie ne beneficiano
Gli ultimi dati disponibili indicano in 2,2 milioni le famiglie con una certificazione ISEE utile per l’accesso ai bonus, a fronte di solo 800 mila nuclei familiari che hanno effettivamente usufruito del bonus elettrico. Rispetto alla platea dei potenziali aventi diritto si è raggiunto il 36%, peraltro con una significativa variabilità territoriale e per di più con un rapporto inversamente proporzionale alla concentrazione di potenziali destinatari.
Con una recente segnalazione a Parlamento e Governo l’Autorità «ha inteso richiamare come, nonostante l’impegno profuso per diffondere la conoscenza dei bonus per il settore elettrico, gas ed idrico, il ricorso a queste agevolazioni non risulta ancora particolarmente esteso pur in presenza di gravi difficoltà economiche nel Paese».
L’Autorità auspica, quindi, che sia approvata al più presto una norma, aperta anche al fattivo contributo degli enti locali, che consenta l’efficiente scambio telematico tra la banca dati INPS e quella del Sistema Informativo Integrato procedura che, introducendo elementi di automatismo nell’assegnazione del bonus, aumenterebbe la platea dei beneficiari e determinerebbe una significativa riduzione dei costi di gestione del sistema.
Il tema del supporto al consumatore fragile si amplia poi al più generale concetto di “povertà energetica”. Si tratta di un tema di grande rilevanza e delicatezza per le forti implicazioni sociali che ha e rispetto al quale l’Autorità intende mantenere un’attenta posizione di studio e approfondimento, anche in questo caso compatibile con una visione intersettoriale.
37 milioni di clienti, il 43,4% sul mercato libero
L’80,3% dei clienti domestici è residente e consuma l’88,9% di tutta l’energia distribuita. La maggior parte delle famiglie (90% circa) ha un contratto con potenza impegnata compresa tra 1,5 e 3 kW. Guardando ai dati del mercato finale della vendita, il 43,4% dei clienti domestici si trova nel mercato libero (in aumento rispetto al 38,8% del 2017) e consuma mediamente 2.073 kWh/anno contro i 1.840 kWh/anno acquistati dalle famiglie che ancora si trovano nel mercato tutelato (valori che in entrambi i casi risultano ridotti rispetto al 2017).
Acqua, nel 2018 spesa media per famiglia di 306 euro
Con riferimento ad un campione di 103 gestioni (che erogano il servizio a oltre 40 milioni di abitanti), si rileva che per l’annualità 2018, la spesa media annua sostenuta da un’utenza domestica residente tipo (famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 mc) ammonta a 306 euro/anno a livello nazionale (303 euro/anno nel 2017). A livello geografico, questo valore presenta una elevata variabilità anche nell’ambito della medesima area: a titolo esemplificativo, nel Nord-Ovest, la famiglia tipo con consumo di 150 m3/anno è chiamata a sostenere un esborso annuale per il servizio idrico pari, in media, a 244 euro/anno, valore compreso tra un minimo di 112 euro/anno e un massimo di 524 euro/anno.
Rifiuti
L’Autorità intende impostare una regolazione specifica per: il servizio di raccolta e trasporto, i servizi di trattamento dei rifiuti e il ciclo integrato di gestione. Inoltre, al fine di fornire certezza e stabilità regolatoria al sistema e di promuovere una gestione efficiente ed efficace dei servizi del ciclo, l’Autorità è orientata a introdurre un primo periodo di regolazione tariffaria della durata di quattro anni, suddiviso in due semi-periodi (di pari durata).