Agcom: tlc fra ricavi in calo e nuove sfide per tutela consumatori
“O sapremo essere cittadini digitali o la nostra cittadinanza risulterà fittizia”. È chiara la necessità che “le trasformazioni dovute alle nuove tecnologie non portino con sé nuove esclusioni”. È quanto ha detto il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini nella giornata in cui l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha presentato la sua Relazione annuale. I ricavi del settore delle telecomunicazioni nel complesso sono scesi del 9% e le sfide che l’evoluzione tecnologica pone alla tutela del consumatore sono molteplici.
Per il presidente Boldrini, che ha introdotto i lavori, “bisogna avere chiaro l’obiettivo di ridurre il divario digitale, nuovo volto che assume la vecchia disuguaglianza. Significa saper includere le aree del territorio meno servite, lontane dai grandi centri abitati, puntare a una alfabetizzazione che coinvolga tutte le fasce sociali”. Questo significa che “o sapremo essere cittadini digitali o la nostra cittadinanza risulterà fittizia”. Boldrini ha ricordato le recenti iniziative a livello europeo, le sentenze che riguardano Google e i temi legati alla neutralità della Rete: tutti argomenti che “pongono la necessità di nuove regole che ci salvaguardino dall’invadenza degli Stati e dai nuovi giganti della comunicazione digitale, che promettendoci tutto gratis entrano in modo suadente a controllare i nostri dati e le nostre vite”. Il presidente della Camera ha ricordato la necessità di tutelare le minoranze che in rete sono sottoposte a hate speech, le donne, i minori vittime di cyberbullismo. L’attenzione richiesta dalla Reete non deve inoltre far trascurare parti essenziali del pluralismo italiano, con la situazione particolare dell’editoria che ha visto un calo del fatturato e con la fase difficilissima attraversata dall’emittenza locale: “Sono voci – ha detto Boldrini – che si stanno spegnendo e che rischiano di rendere più povera l’offerta informativa, essenziale in ogni democrazia. Dobbiamo evitare che la nostra misurazione del pluralismo si misuri solo su pochi soggetti editoriali”.
Quale i numeri del mercato? L’Agcom evidenzia che prosegue la contrazione dei servizi di comunicazione (dalle tlc all’editoria a internet): i ricavi nel 2013 sono in calo del 9% rispetto al 2012 e sono scesi a 56,1 miliardi di euro. Le telecomunicazioni mostrano una flessione del 10,77%; radio, tv, stampa e internet perdono il 7%, con un particolare crollo dei periodici i cui ricavi scendono del 17%. Tutto questo in un contesto in cui i prezzi delle telecomunicazioni sono in flessione da anni. “In Italia, il settore delle telecomunicazioni (costituito sia dai servizi sia dai relativi apparati) ha visto come conseguenza dell’innovazione tecnologica, della liberalizzazione dei mercati e della regolamentazione, una progressiva e consistente riduzione dei prezzi, che, manifestandosi in modo sempre più significativo dal momento dell’avvio del processo di liberalizzazione, ha portato l’indice dei prezzi al consumo delle telecomunicazioni a decrescere del 44% negli ultimi quindici anni”, ha detto nella sua relazione il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani, sottolineando che dal 2007 l’indice dei prezzi al consumo delle telecomunicazioni in Italia si attesta su una dinamica analoga alla Germania e inferiore rispetto a Francia, Spagna e, soprattutto, Regno Unito. “Il confronto internazionale mostra altresì come le famiglie italiane possano accedere ai diversi servizi di comunicazione sostenendo una spesa inferiore rispetto a quella sopportata mediamente dalle famiglie degli altri Paesi europei”.
Allo stesso tempo, ha aggiunto Cardani, è anche vero che “l’Italia mostra segnali di debolezza nello sviluppo e penetrazione di reti digitali di nuova generazione e di accesso ai servizi più innovativi. Sebbene nell’ultimo anno si sia parzialmente ridotto il divario digitale dell’Italia rispetto alla media europea (scoreboard dell’Agenda Digitale Europea) molti sforzi restano da compiere e in questo comune obiettivo l’Autorità continua a fare la sua parte”.
Soffermandosi sulla tutela dei consumatori, Cardani ha evidenziato che “i pilastri sui quali si fonda l’attività dell’Autorità a tutela dei consumatori, inclusi quelli appartenenti alle categorie più vulnerabili, e degli utenti dei servizi di comunicazione elettronica sono il perseguimento di livelli crescenti di trasparenza delle offerte e di qualità dei servizi, la vigilanza sul rispetto da parte degli operatori delle norme di settore, la gestione del contenzioso utenti – operatori”. Nella qualità del servizio internet da rete fissa e mobile l’Autorità ha ricordato i progetti “MisuraInternet” e “MisuraInternetMobile”. “L’Autorità è concentrata a fornire maggiori informazioni e trasparenza ai consumatori, spesso vessati da offerte commerciali incomprensibili – ha detto Cardani – Due iniziative in tale direzione sono lo sviluppo del “Sistema Informativo Nazionale Banda larga” che consentirà ai consumatori di conoscere le offerte commerciali broadband – wired, mobile e wireless – disponibili nell’area di appartenenza e la messa a punto di uno strumento semplificato e aperto (web) per la comparazione delle offerte commerciali dei servizi di comunicazione elettronica forniti dagli operatori”.
Nell’ultimo anno sono stati avviati 30 nuovi procedimenti per la violazione di norme a tutela dei consumatori e il totale delle sanzioni e dei pagamenti è stato pari a oltre 3 milioni di euro, con un incremento di circa 500 mila euro (pari al 20%) rispetto ai dodici mesi precedenti. Cardani ha inoltre ricordato il ruolo dei Co.re.com: nel 2013 hanno ricevuto dai consumatori oltre 70 mila istanze di conciliazione che hanno riportato nelle tasche degli utenti circa 25 milioni di euro.
Nel discorso dell’Autorità c’è stato inoltre spazio per i problemi posti dall’evoluzione tecnologica e dalle sfide che questa rappresenta per le autorità, dai servizi quali Whatsapp e Skype alla banda larga mobile ai Big Data: “è necessario capire quale possa essere il ruolo delle Autorità di regolazione in materia di Big Data e Open Data – ha detto Cardani – Si tratta certamente di materia di competenza dei governi, ma il ruolo delle autorità indipendenti, a tutela della privacy, delle comunicazioni (si pensi al riguardo ai profili della sicurezza delle reti e del pluralismo informativo), ed eventualmente della concorrenza, appare essenziale”. In questo contesto, un profilo essenziale “riguarda la ridefinizione delle politiche a tutela dell’utente-consumatore nell’era di Internet. E’ di tutta evidenza che le nuove tecnologie ed i nuovi servizi digitali, a seguito soprattutto dell’esplosione della diffusione di tablet e smartphone, producono mutamenti radicali nelle politiche a tutela dell’utente e del cittadino”. Basti pensare alla trasparenza dell’offerta dei nuovi servizi quali le app, alla tutela dei minori online, alla garanzia del pluralismo dell’informazione.
@sabrybergamini
Ora però le tariffe nazionali sono più alte di quelle internazionali (Wind 29 €/c). E’ possibile?