Web e privacy, Eurobaromentro: alto il bisogno di proteggere i dati
I cittadini europei amano i social e Internet ma sentono il bisogno di avere più privacy. È quanto emerge dall’ultima indagine Eurobarometro che arriva a poche settimane dalla stretta dell’Ue su Whatsapp, Skype, Facebook, Google e i cookies proprio per tutelare maggiormente i dati personali. Il 64% delle persone coinvolte giudica inaccettabile che le proprie attività vengano monitorate per poter accedere in modo illimitato a determinati siti web o essere costretti a pagare perché ciò non avvenga (74%) o che le aziende possano condividere le informazioni degli utenti senza il loro permesso (71%).La quasi totalità degli intervistati (93%) ritiene che i provider di computer, smartphone e tablet dovrebbero aggiornare regolarmente i propri software per proteggere le informazioni riguardanti gli utenti, mentre una larga maggioranza (89%) è d’accordo sul fatto che i browser dovrebbero evitare di inserire, tra le impostazioni di default, la condivisione delle proprie informazioni.
Nel caso specifico dell’Italia, il 78% dei cittadini considera “molto importante” i dati personali presenti su computer, smartphone e tablet (foto, calendario, contatti, ecc.) siano accessibili solo con un’autorizzazione. Il 75% del campione preferirebbe che la corrispondenza online restasse confidenziale e i sistemi di monitoraggio dell’attività svolta in rete (cookies) dovrebbero essere attivati solo dopo la concessione del permesso da parte dell’utente. Ma non basta: il 69% degli italiani dichiara di apprezzare notevolmente anche la crittografia “end to end” che permette ai messaggi personali, alle mail e alle chat di essere leggibili solo ai destinatari.
Malgrado il grande bisogno di riservatezza e protezione delle informazioni personali, però, la cura posta nel tutelare questo genere di dati non è nel complesso altissima. L’indagine mostra infatti che solo il 60% degli europei e il 46% degli italiani hanno modificato le impostazioni della privacy del loro browser, e appena una minima parte (rispettivamente 37% europei e 26% italiani, e poi 27% e 22%) fa uso di software che protegge dalle pubblicità o dal monitoraggio della propria attività online.
“Il nostro obiettivo è rafforzare la fiducia e la sicurezza nei servizi digitali”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue al mercato unico digitale Andrus Ansip. La revisione della direttiva sulla ePrivacy, attesa attorno al 10 gennaio, includerà per questo i servizi di comunicazione forniti dagli operatori ‘over the top’ come Whatsapp, Facebook e Skype, in linea con quanto richiesto finora dagli operatori tlc tradizionali, e darà più libertà di scelta a chi naviga online sulla privacy nei confronti dei cookies e degli altri sistemi che tracciano le ricerche online e fanno poi pubblicità mirate.