Dipendenti dalla tecnologia? Sì. E consapevoli di esserlo. Ma mentre nel resto del mondo sono gli adolescenti a scontrarsi di più in assoluto con la difficoltà di prendersi una pausa da computer, smartphone e tablet, in Italia la fascia d’età più colpita dalla dipendenza tecnologica è quella dei trentenni, che più degli altri non riescono proprio ad abbracciare il “digital detox” neanche quando sarebbe opportuno farlo. Se il 42% delle persone pensa che sia importante essere sempre connessi, la possibilità di “non staccare mai” rappresenta anche un problema, specialmente quando ci si dovrebbe davvero concedere una pausa.

GfK ha condotto un’indagine online in 17 Paesi, coinvolgendo oltre 22.000 consumatori dai 15 anni in su, per capire quanto le persone siano consapevoli della dipendenza dalla tecnologia. Agli intervistati è stato chiesto quanto fossero d’accordo o in disaccordo con l’affermazione: “Faccio fatica a prendere una pausa dalla tecnologia (da Smartphone, Computer, TV, ecc.), anche quando so che dovrei farlo”. Oltre un terzo degli intervistati (34%) a livello internazionale ha ammesso di avere delle difficoltà a prendersi una pausa dalla tecnologia anche quando sa che dovrebbe farlo. Solo il 16% nella media internazionale ammette di non fare fatica a “staccare”.

L’andamento della ricerca a livello internazionale evidenzia che la Cina ha la percentuale più alta di persone che dichiara di avere problemi a staccarsi dalla tecnologia (43%) seguita dai paesi dell’America latina (Brasile 42%, Argentina 40%, Messico 38%) e dagli Stati Uniti (31%). Al contrario, la Germania ha la percentuale più alta (35%) di persone fortemente in disaccordo con l’idea che sia difficile fare una pausa dalla tecnologia. Seguono in classifica i Paesi Bassi (30%), il Belgio (28%), Canada e Russia (entrambi con il 27%). Sempre a livello internazionale, sono gli adolescenti (15-19 anni) la fascia d’età che più degli altri presenta problemi di dipendenza da tecnologia: poco meno della metà (44%) dichiara di avere difficoltà a staccarsi, anche quando è consapevole di doverlo fare. Seguono nella classifica dei più dipendenti i ventenni (41%) e i trentenni (38%). Al contrario, i gruppi di età più maturi soffrono meno di dipendenza da tecnologia e la percentuale più bassa in assoluto (15%) si registra tra le persone con più di 60 anni. Le persone ad alto reddito sono quelle più dipendenti dalla tecnologia a livello internazionale, ma non in Italia, dove la tendenza è invertita.

I dati italiani mostrano infatti andamenti talvolta in linea con quelli degli altri paesi, altre volte peculiari. La percentuale di persone che in Italia dichiara di avere problemi di dipendenza da tecnologia è del 29%, mentre il 20% dichiara di non avere nessun problema. Mentre non ci sono differenze significative fra uomini e donne, le particolarità emergono nelle fasce d’età e nel reddito. In Italia infatti la fascia d’età maggiormente dipendente dalla tecnologia è quella dei trentenni (37%) e non dei teenager (35%), come succede nel resto del mondo. Al terzo posto ci sono i quarantenni con il 34% mentre la fascia 20-29 anni è solo al quarto posto con il 32%. Come succede anche a livello internazionale, le persone con più di 60 anni sono quelle che hanno meno problemi in assoluto (18%) con la dipendenza da tecnologia. Differenze anche nel rapporto fra dipendenza tecnologica e reddito: in Italia le persone che fanno più fatica a mettere in pratica la “digital detox” sono quelle a reddito medio-alto (32%) e basso (31%) mentre la fascia ad alto reddito è quella che ha meno problemi in assoluto (27%). L’esatto contrario di quello che succede nel resto del mondo.

 

Notizia pubblicata il 10/07/2017 ore 17.07


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