Verona vuole ritirare i “libri gender”. Biblioteche: “Ancora minacce di censura”
I libri fanno paura. Tanto da arrivare a minacciare il ritiro da biblioteche, scuole e addirittura nidi di quelli che non si conformano alle proprie idee. Di più: da inserire tutto questo in un programma politico di governo della città. Accade a Verona, dove nel programma del neoletto sindaco Federico Sboarina spicca, fra le cosiddette “azioni di sostegno etico-valoriale” alla “famiglia naturale”, il “ritiro dalle biblioteche e dalle scuole comunali o convenzionate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazioni, che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso; interruzione di iniziative che promuovano anche indirettamente questo stesso obiettivo”.
“Ancora minacce di censura in biblioteca”, denuncia la presidente nazionale dell’Associazione italiana biblioteche (AIB) Rosa Maiello. Nel programma del sindaco c’è la rivendicazione che “famiglia per noi è quella fra un uomo e una donna: altre non ve ne sono”. Da qui discendono degli impegni che prevedono il “contrasto alla diffusione delle teorie del gender nelle scuole” e quelli a “respingere ogni iniziativa (delibere, mozioni, ordini del giorno, raccolta firme, gay pride, ecc.) in contrasto con i valori della vita, della famiglia naturale o del primario diritto dei genitori di educare i figli secondo i propri principi morali e religiosi”. Fra i due punti è inserito, denuncia l’Associazione biblioteche, il proposito – invero una minaccia – verso le biblioteche. “Di biblioteche non si parla mica allo scopo di potenziare gli investimenti sull’acquisto di libri e sui servizi al cittadino – denuncia Maiello – ma solo allo scopo di sventare le presunte insidie annidate nelle loro raccolte: per il neosindaco urge infatti il «Ritiro dalle biblioteche e dalle scuole comunali o convenzionate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazioni che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso; interruzione di iniziative che promuovono anche indirettamente questo stesso obiettivo». Non bastano le minacce “avanzate” connesse alle varie forme di tecnocontrollo, dobbiamo ancora vedercela anche con le forme più anacronistiche di censura tradizionale che, purtroppo, sono assai più frequenti di quanto si creda”.
Un proposito di censura in piena regola. Prosegue la presidente Maiello: “Che cosa si può replicare ai campioni della democrazia che ignorano o fingono d’ignorare i concetti di stato laico e libertà di espressione? Costoro sono davvero convinti che le biblioteche e le scuole debbano condizionare le menti più giovani rappresentando solo una determinata visione del mondo? Forse, piuttosto che richiamare il Manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche pubbliche, che hanno tra l’altro il compito di “incoraggiare il dialogo interculturale e proteggere la diversità culturale“, sarà meglio ricordare a questi signori che, nella storia, chi di censura colpisce, di censura prima o dopo perisce: cosa ne penserebbero, ad esempio, se un giorno si concretizzasse quanto narrato da Aldous Huxley ne “Il mondo nuovo” e un regime contrario al matrimonio e alla famiglia decidesse di ritirare tutti i libri che ne parlano (o magari, per non sbagliare, tutti i libri esistenti)?”. Quanto alle biblioteche, l’AIB assicurerà pieno sostegno ai bibliotecari cui fosse imposto il ritiro dei libri per ragioni ideologiche e invita tutti a opporsi a misure che contrastano con la Costituzione e con le leggi sui diritti civili.
“Le parole “ritiro dei libri dalle biblioteche”, dalle scuole e persino dai nidi d’infanzia non sono mai accettabili per nessuna ragione”, ribadisce in una lettera inviata all’AIB il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi. “Qualunque sia l’opinione, la visione o l’informazione contenuta in quei libri, la mia e la nostra valutazione non cambierebbe. Sento l’urgenza di portare la solidarietà e la vicinanza degli editori italiani e mia personale a tutti i bibliotecari del nostro paese. La libertà di espressione e di edizione così come la libertà nelle scelte culturali che presiedono alla formazione di una collezione in biblioteca, e la libertà di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado – ha ricordato Levi – sono valori fondativi per chiunque lavori in ambito culturale ed educativo che vanno difesi in ogni occasione e prima di tutto nelle nostre società democratiche, perché non possiamo darli acquisiti per sempre”.
L’AIE si augura che il sindaco riveda il suo programma. “Invece del ritiro dei libri, potrà impegnarsi a fornire le risorse per arricchire le collezioni delle biblioteche, comprese quelle scolastiche”.
Notizia pubblicata il 05/07/2017 ore 16.56