Teleselling e surcharge, Antitrust multa Wind per 450 mila euro
Doppia multa per Wind Telecomunicazioni da parte dell’Autorità Antitrust, che ha sanzionato l’azienda per complessivi 450 mila euro. Procedure di teleselling che non rispettavano il Codice del Consumo e sovrapprezzo una tantum per chi pagava tramite bollettino postale sono le due contestazioni mosse dall’Autorità nei confronti di Wind. L’Antitrust ha esaminato la commercializzazione dei servizi di telefonia fissa Infostrada anche in abbinamento al servizio dati e quella della telefonia mobile con i contratti conclusi a distanza via telefono e la previsione di un “onere economico a carico dei consumatori” per pagamenti tramite bollettino postale.
“Dalle segnalazioni di sei consumatori pervenute nel periodo compreso tra marzo 2015 e febbraio 2016 – si legge nell’ultimo bollettino Antitrust – emerge che Wind, dopo aver contattato telefonicamente i consumatori avrebbe considerato concluso i contratti di telefonia fissa e/o mobile e i consumatori vincolati a seguito della telefonata, senza provvedere né a confermare la proposta per iscritto e ad ottenere la relativa sottoscrizione o accettazione scritta da parte del consumatore, né ad acquisire dette conferme, previo consenso del consumatore, su un supporto durevole”. Dalle rilevazioni fatte invece sul sito internet www.infostrada.it emerge che viene chiesto il pagamento una tantum di una somma di 16,13 euro nel caso in cui il consumatore scelga quale mezzo di pagamento il bollettino postale.
L’Autorità fa riferimento, nel primo caso, all’articolo 51 del Codice del Consumo (rubricato “requisiti formali per i contratti a distanza”) che nella sua formulazione attuale prevede che “Quando un contratto a distanza deve essere concluso per telefono” il professionista deve confermare l’offerta effettuata telefonicamente al consumatore il quale è vincolato solo qualora abbia apposto la propria firma sull’offerta o qualora l’abbia accettata per iscritto”. Si specifica inoltre che “dette conferme possono essere effettuate, se il consumatore acconsente, anche su un supporto durevole”. Le procedure di teleselling di Wind non hanno rispettato tutto questo, contesta l’Antitrust. “Le evidenze in atti – si legge ancora nel bollettino – dimostrano che la procedura di teleselling adottata da Wind per la vendita tramite telefono dei servizi di telefonia fissa e mobile dal 14 giugno 2014 ad oggi, non risulta rispettosa dei requisiti formali individuati dal legislatore nell’articolo 51, comma 6, del Codice del Consumo al fine di salvaguardare l’autodeterminazione del consumatore”.
Le pratiche svolge dall’azienda di tlc non sono sufficienti, prosegue l’Antitrust. “Non basta, dunque, una registrazione vocale della telefonata e/o delle telefonate conservate dall’operatore stesso e tenute a disposizione del consumatore e a lui comunicate su semplice richiesta, come nel caso di Wind, in quanto manca la piena disponibilità di fatto del supporto da parte del consumatore. Nel caso di specie, pertanto, le procedure seguite da Wind per la vendita al telefono di servizi di telefonia fissa “Infostrada” anche in abbinamento a servizi dati (out-bound e in-bound ), non appaiono idonee ad integrare i requisiti formali richiesti dall’articolo 51, comma 6, del Codice del Consumo”. Analoghe contestazioni vengono poi mosse nei confronti della commercializzazione dei servizi di telefonia mobile ricaricabile in MNP. Da qui la sanzione di 200 mila euro, cui si aggiunge una seconda multa per la richiesta di sovrapprezzo fatta a chi paga con bollettino postale. Emerge infatti, ha spiegato l’Antitrust, che Wind richiede il pagamento una tantum di 16,13 euro nel caso in cui il consumatore scelga quale mezzo di pagamento di servizi di telefonia fissa il bollettino postale. Questa pratica è stata multata per 250 mila euro. Nel bollettino Antitrust si legge che “Wind procederà ad eliminare l’attuale addebito di 16,13 euro per l’utilizzo del bollettino postale quale metodo di pagamento da gennaio 2017″.