Rateizzazioni oltre 24 mesi, Tar del Lazio annulla una norma Agcom (Foto Pixabay)

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Iliad Italia contro la delibera Agcom che permetteva la rateizzazione di modem e servizi oltre 24 mesi perché l’ha ritenuta contraria al Codice europeo delle comunicazioni elettroniche. Il Tar del Lazio ha dunque annullato una disposizione del “Regolamento recante disposizioni a tutela degli utenti finali in materia di contratti relativi alla fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche” che consentiva agli operatori di telecomunicazioni di offrire contratti con vincoli di durata superiori ai 24 mesi già al momento della sottoscrizione iniziale attraverso, ad esempio, la fornitura di modem con rateizzazione a 48 mesi.

La norma contestata è questa: “Nel caso di offerte che prevedono anche l’acquisto di servizi e apparecchiature terminali supplementari, resta salva la possibilità di prevedere periodi di rateizzazione, per il pagamento del corrispettivo relativo a tali servizi o apparecchiature, più lunghi rispetto alla durata del contratto principale, afferente alla fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche. Gli operatori applicano ai propri clienti , in caso di recesso o di disdetta del contratto principale, di default il pagamento delle residue rate, salvo che sia l’utente a chiedere espressamente di pagare in un’unica soluzione le rate residue per l’acquisto degli apparati o servizi, senza alcun costo ulteriore” (Allegato B alla delibera 307/23/CONS).

Secondo la sentenza, questa norma viola il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, che permette proroghe contrattuali solo nel caso di sottoscrizione successiva di servizi o apparecchiature supplementari, distinguendoli chiaramente dal contratto originario. Secondo i giudici, il regolamento Agcom era in contrasto con il principio europeo di tutela dei consumatori, che mira a evitare vincoli eccessivamente onerosi o prolungati nella fase di sottoscrizione iniziale del contratto al fine di consentire libertà di scelta al consumatore finale. La sentenza potrebbe avere ripercussioni sulle politiche tariffarie degli operatori di telefonia fissa.


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