Tlc, cinque giorni senza telefono. Confconsumatori: è danno esistenziale
Cinque giorni di sospensione della linea telefonica senza nessuna giustificazione da parte della compagnia telefonica: il Giudice di Pace ha riconosciuto il danno esistenziale. È quanto accaduto a Grosseto, dove un cittadino era rimasto per cinque giorni senza telefono e internet a casa e non aveva ricevuto spiegazioni dalla compagnia telefonica, Telecom, sulle cause del disservizio.
A rendere nota la pronuncia del Giudice di Pace di Grosseto, diffusa nei giorni scorsi, è Confconsumatori. Attraverso l’associazione il cittadino aveva tentato la via della conciliazione, ma anche in quella sede la compagnia telefonica era rimasta sorda alle lamentele dell’utente, che a quel punto aveva deciso di fare causa attraverso l’avvocato di Confconsumatori.
“Dopo un lungo contenzioso – racconta l’associazione – nei giorni scorsi il Giudice di Pace di Grosseto non solo ha condannato la società telefonica a pagare l’indennizzo previsto dalla Carta dei Servizi ma ha ritenuto anche che negare l’utenza domestica costituisca una grave violazione dei diritti della persona sanciti all’articolo 2 della Costituzione, ai sensi dell’articolo 2043 c.c., pertanto ha condannato il colosso telefonico a pagare anche 500,00 euro a titolo di danno esistenziale, ponendo a carico della società anche le spese del giudizio per ulteriori 1.500,00 euro”. La società telefonica, si legge nella sentenza, “non ha inteso fornire alcun riscontro positivo alle varie richieste e solleciti ricevuti, determinando così nell’utente uno stato di preoccupazione per la gestione della propria attività”. Tutti questi elementi e disservizi hanno inciso per diversi giorni “negativamente” nella “sfera emotiva” dell’utente, “di fatto pregiudicandolo nella sua immagine sociale e nella sua capacità di relazione per provvedere alle proprie necessità di vita quotidiana”. “Il contenzioso – commentano da Confconsumatori Grosseto – è soltanto frutto della chiusura in sede conciliativa delle compagnie telefoniche che continuano a negare, anche quando è palese, il danno che arrecano alle famiglie private dell’ormai primario ed indispensabile servizio di collegamento ad internet oltre che del telefono”.