Agcom vs Tim: uso illecito di informazioni per finalità commerciali
L’Agcom contesta a Tim l’uso illegittimo di informazioni per conquistare clienti. Illegittimo perché fatto a partire da interventi di gestione e manutenzione guasti sulla rete. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni “ha dato mandato agli uffici competenti – informa una nota – di dar corso ad un procedimento sanzionatorio nei confronti di Tim per l’acquisizione e l’uso illegittimo a fini commerciali di informazioni di assurance (gestione e manutenzione guasti) relativi a clienti di altri operatori soggetti a malfunzionamenti del servizio di telefonia fissa o traffico dati”.
L’Autorità ha infatti accertato che “clienti di operatori concorrenti, in occasione di un disservizio sulla linea del proprio operatore, hanno ricevuto chiamate commerciali di soggetti terzi i quali, dimostrandosi a conoscenza dell’accaduto, proponevano un passaggio a Tim. A tale riguardo è stata verificata l’esistenza di alcuni casi in cui le chiamate sono pervenute da soggetti che è stato possibile ricondurre ad agenzie Tim o comunque a società titolate a proporre offerte commerciali di Tim”. Si tratta di una pratica in contrasto col Codice delle comunicazioni elettroniche (art 41 comma 3) e con l’art. 64 della delibera n. 623/15/CONS che, in attuazione dell’obbligo di non discriminazione, impongono a Tim di garantire che i dati acquisiti nella gestione degli ordini wholesale ed il personale dedito a tali attività non siano coinvolti nell’attività commerciale. Agcom ha rilevato poi che Tim non è attivata con contromisure per contrastare questo fenomeno e ha dunque ordinato all’operatore di adottare misure organizzative specifiche per prevenire questa attività.
L’Agcom ha inoltre diffidato Tim al rispetto del divieto di utilizzo, per fini commerciali, dei dati e delle informazioni acquisite per la gestione della portabilità del numero nell’ambito del passaggio di un cliente di Tim ad altro operatore. In particolare, Agcom ha accertato il comportamento illecito della società nell’attuare strategie di marketing selettive, utilizzando le informazioni ad essa fornite per la portabilità del numero, allo scopo di acquisire clienti passati ad altro operatore.
“E’ molto grave che si siano utilizzate queste informazioni per fini commerciali – ha commentato il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – All’origine del problema, comunque, ci sono le privatizzazioni all’italiana. Si sono trasformati ex monopolisti pubblici in soggetti privati, facendogli conservare, però, tutti i privilegi che gli derivavano dalla loro posizione vantaggiosa, come il monopolio della rete in rame, e senza fare le liberalizzazioni necessarie. Una cosa che paghiamo ancora oggi, come attesta l’Antitrust, considerato che solo il 22% delle abitazioni aveva a disposizione reti interamente in fibra nel 2017”.