Spotify: Agcm accettata gli impegni e non sanziona. UNC: benevolenza eccessiva
Nessuna sanzione dell’Antitrust per Spotify, la nota società attiva nel settore della musica sulla quale l’Agcm aveva indagato per poca trasparenza nell’acquisizione di nuovi abbonamenti. L’Autorità ha quindi accettato gli impegni presi il 3 maggio da Spotify e integrati successivamente il 1° giugno 2017.
“È scandaloso che si chiudano questi procedimenti con dei semplici impegni, vista la gravità dei fatti accertati. Spotify è stata graziata”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Una società che, come scritto nel bollettino stesso diffuso dall’Antitrust, ha acquisito nuovi clienti in modo poco chiaro, giocando anche sulla ben nota tecnica della cosiddetta ‘prova gratuita’, andava sanzionata! Anche considerando i suoi guadagni, visto che ha chiuso un bilancio al 31 dicembre 2015 con ricavi pari a circa 17 milioni di euro”, prosegue Dona.
“Se vogliamo che in Italia decolli finalmente l’e-commerce è importante che le procedure di acquisto siano sempre più chiare e comprensibili e che, quando il consumatore aziona un pulsante di attivazione sia reso perfettamente consapevole del fatto che sta inoltrando un ordine di acquisto, con cui si vincola contrattualmente. Per questo bisognerebbe sempre considerare che le sanzioni dell’Antitrust sono importanti, anche perché fungono da deterrente per tutte le big company del web. Purtroppo non è la prima volta che l’Antitrust si dimostra morbida con gli attori del commercio elettronico, ma cosí, a farne le spese, è lo stesso settore e quel consumatore che invece andrebbe rassicurato sul fatto che gli acquisti su internet sono davvero sicuri ed affidabili e che gli eventuali trasgressori sono puniti adeguatamente”, conclude Dona.