Il Parlamento europeo si presenta diviso alla conta sulla riforma europea del copyright. Il voto è previsto per oggi a mezzogiorno  a Strasburgo. Come scrive l’Ansa, “nessun gruppo politico, da sinistra a destra, è compatto sulle posizioni del sì o del no per procedere sulla riforma del copyright con Consiglio e Commissione Ue”. I gruppi politici sono tutti un po’ divisi sulla contestata riforma, che vede opporsi big della rete e sigle di autori, piattaforme online e grandi editori, chiamati a confrontarsi sulla tutela del diritto d’autore attraverso remunerazione dei link e filtri automatici su contenuti eventualmente coperti da copyright.

Come spiega l’Agi,i Socialisti & Democratici non sono ancora riusciti a trovare una posizione comune. L’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa è spaccata. Lo stesso Pd si divide tra un fronte che vuole preservare la libertà totale di internet e votare contro il mandato negoziale, e un gruppo di deputati che invece sostiene la necessità di proteggere e remunerare gli autori, i giornalisti e i produttori di contenuti”. Nel Ppe, che voterà a favore, ci sono alcuni parlamentari che voteranno contro. Il Movimento 5 Stelle è contrario.

Il dibattito sulla riforma del copyright, a lungo rimasto sotto traccia, si è acceso di recente. Sotto i riflettori ci sono soprattutto due articoli, l’art 11 e l’art 13, che sono stati votati e approvati a giugno dalla Commissione giuridica del Parlamento europeo. La proposta di direttiva risale al 2016.  L’articolo 11 prevede in sintesi che le piattaforme del web e gli aggregatori, Facebook, Google News e gli altri, debbano pagare gli editori per pubblicare contenuti giornalistici protetti da copyright, compresa la pubblicazione del titolo dell’articolo, del link e della breve  sintesi che lo presenta (lo snippet)che vengono considerati materiali coperti da diritto d’autore. E per questo si è parlato di link tax. L’articolo 13 chiede ai “prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricato dagli utenti” di installare dei filtri che impediscano, attraverso sistemi automatici, di caricare online materiale protetto dal diritto d’autore. I big del web dovrebbero dunque bloccare attraverso filtri automatizzati e algoritmi i contenuti che potrebbero essere coperti da diritto d’autore e privi di  licenza. E dunque anche video, parodie, meme e quant’altro contenga riferimenti a materiale soggetto a copyright.

Fra le proteste che più hanno suscitato clamore c’è quella di Wikipedia, che ha deciso di oscurare le sue pagine contro un provvedimento ritenuto lesivo della libertà di espressione e una limitazione alla libertà di internet.


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